Terrorismo: la fede e la pace

Sembra proprio che la paura non dia tregua. A Parigi, Bruxelles e in tutta Europa in sostanza stanno facendo i conti con l’allarme terrorismo. Nel resto del mondo la situazione se possibile è ancora più tesa. Qualcuno potrebbe dire che la Storia si è rimessa in moto (come se finora avesse dormito…), di certo si sta facendo sentire.

“La poesia si avvicina alle verità essenziali più della storia”. Questa frase di Platone è difficile da dimostrare, ma forse contiene un fondamento di ragione. Una poesia o magari un verso soltanto possono illuminare un aspetto trascurato in precedenza. Per questo proviamo a vedere attraverso questo “strumento” una delle questioni più dibattute: che rapporto c’è tra guerra e religione?

Detto che comunque sarebbero necessarie, come minimo, analisi storiche, sociologiche, filosofiche e teologiche, partiamo da questo verso di Emily Dickinson: “La Pace è un’invenzione della nostra Fede”. Spiazzante come sempre, la grande poetessa si riferiva probabilmente alla vita dopo la morte. Proviamo però a dare un’altra chiave di lettura. Innanzi tutto la pace è un’invenzione, in un mondo complicato il conflitto è inevitabile e pare proprio che sia l’uomo ad aver immaginato, creato possiamo dire, la convivenza pacifica.

Che cosa ci ha permesso di elaborare tale magnifica invenzione? La speranza che una tale condizione fosse realmente raggiungibile, la fede appunto. Fede nella bontà, in fondo, di tutti gli esseri umani. Quantomeno fiducia nella possibilità di tale benevolenza fraterna. È da quella fede che forse nasce il sentimento religioso, che manca ai fondamentalisti, che viene violata sistematicamente dai terroristi. Cerchiamo di non perderla anche noi.