Terremoto, don Domenico: «La preghiera facciamola come ci viene»

«La messa è un modo per stare accanto alle persone con la preghiera. In questo momento la disperazione non può essere censurata. In questa fase di emergenza sono necessarie due cose: stare accanto alle persone e dare degna sepoltura ai morti. E noi siamo proprio accanto alle persone che si trovano ad affrontare il tragico momento dell’identificazione».

È il vescovo Domenico a spiegare la dimensione della celebrazione eucaristica che ha presieduto nel tardo pomeriggio di oggi, all’aperto, tra gli sfollati di Amatrice. Un momento dedicato alla cura delle anime che segue i momenti di preghiera che mons. Pompili ha presieduto durante la mattina nei pressi delle vittime.

«La preghiera facciamola come ci viene senza temere di prendercela con Dio» ha avvisato il vescovo. «È preferibile prendersela con qualcuno piuttosto che con nessuno. Delle due l’una: o ce la prendiamo con Dio, e dunque abbiamo un “tu” con cui litigare, o ce la prendiamo con la fortuna o la sfortuna, e non so quale delle sue sia la situazione più superstiziosa».

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