Sulle tracce del Risorto. Il vescovo: l’essere uniti a Lui rende la Chiesa ciò che deve essere

Si è tenuta nella serata dell’8 aprile, nella chiesa del convento francescano di Santa Chiara, la seconda lectio del vescovo Domenico sulle letture delle domeniche del Tempo di Pasqua. Il vangelo è quello del capitolo 21 di Giovanni (Gv 21, 1-19). Quasi «un’aggiunta», ha avvertito mons. Pompili addentrandosi nel testo dell’epilogo. L’evangelista, infatti, dichiara poco prima che quanto precede «è scritto perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome». Sarebbero parole conclusive, ma «in tutti i manoscritti, anche quelli più antichi, si ritrova questa aggiunta che perciò va considerata assolutamente interessante».

«Potremmo dire così: il capitolo 20 ci mostra come risorge Gesù, il 21 come “risorgono” i suoi discepoli» ha esplicitato don Domenico, per poi affrontare il testo sottolineando i personaggi, i sentimenti, i passaggi e scomponendolo in due grandi parti: la prima relativa all’apparizione di Gesù, la seconda al dialogo tra il Maestro e Pietro.

E al termine dell’analisi il vescovo ha invitato a meditare su alcuni dei temi emergenti dal testo evangelico.

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Foto di Paolo Cesarini