Su Terminillo una strada per Sella di Cantalice. Per cosa, per chi?

È caduta la prima neve e giustamente si ricomincia a parlare del piano di “sviluppo” previsto per il Terminillo.

La presentazione dei progetti finanziati dalla Regione per il Terminillo ha finora visto esprimere delle posizioni “generali” senza però entrare nel merito dei singoli provvedimenti progettati.

Per di più, quando si parla di massimi sistemi, il confronto risulta difficile: ad esempio, le associazioni (una per tutte: il CAI) dichiarano i loro dubbi sul progetto, in favore “piuttosto” di una “montagna estiva”; ma il progetto dichiara di volere anch’esso questo…

Così, all’opinione pubblica viene veicolato solo il messaggio di un braccio di ferro tra “quelli del sì” e “quelli del no”, cosa di certo gradita ai committenti del progetto.

Per questo motivo, proverò a parlare di un singolo caso concreto, quello della nuova strada di accesso montana via Cantalice, che è anche il meno citato negli articoli di giornale. Sarà più semplice, dal particolare, farsi una idea di come sia configurato l’intero progetto.

Cantalice è comune sotto cui ricade una discreta porzione di territorio del Terminillo (tutto ciò che è in questo versante, ad ovest della linea Cardito-Terminilletto; ad esempio la Cardito Nord, la Fossa, l’Acquasanta); in base a ciò, gli sono stati “assegnati” oltre 3 milioni di euro. Va infatti chiarito che quello che viene presentato come progetto organico, è in realtà un insieme di progetti “di campanile”: un tanto a ciascuno.

Essendo però il comune di Cantalice decentrato come vie d’accesso (e non avendo un insediamento in quota come invece Micigliano) ha dovuto ingegnarsi su come spendere quei soldi. E allora ci si è inventati una nuova seggiovia (e una nuova pista – Pista dell’Aquila) in una zona vergine, come è la Sella di Cantalice.

Ma il bello è che per raggiungere la Sella di Cantalice (1545 metri di altezza) si presenta il progetto di adeguare una strada, che nel progetto è presentata come “strada bianca carrozzabile”, costruire un parcheggio, far andare su e giù degli ski-bus (naturalmente “ecologici”). Peccato che la strada “bianca carrozzabile” si snodi per 13 chilometri, e che presenti pendenze anche del 16% (il doppio di quelle della Terminillese); anche la definizione di “bianca” e “carrozzabile” è un  eufemismo.

Il Terminillo ha già visto in passato strade di penetrazione montana: quella da Micigliano, e più recentemente quella da Cittaducale via Casale D’Antoni. Quest’ultima, a suo tempo segnalata sulla Salaria con cartelli di normale viabilità, suscitò le ire del presidente Storace venuto, inconsapevole, ad inaugurarla. Di quella di Micigliano, vera ferita nella montagna, non credo che venga fatto nessun uso, neppure dagli amministratori del piccolo comune per raggiungere la miniera IMU del “proprio” Residence Rialto; né nel nuovo progetto le è assegnato un qualche ruolo.

Il parcheggio, per il quale è prevista una spesa di 400mila euro, si troverà a quota 800 metri sul livello del mare (vale a dire ad una quota più bassa di quella del 1° tornante della Terminillese), prima della frazione “Gli Osti”, in corrispondenza di un fontanile che si trova sulla strada, laddove giace abbandonato un ampio piazzale. A fronte di questa spesa per il parcheggio, stupisce che la sistemazione di 13 km di strada, costi solo 500mila euro.

Ma, al di là delle spese, quale dovrebbe essere il senso di questa opera? Il progetto dice che si vuole creare una nuova via di accesso alle piste: ma chi, potendo arrivare con una vera strada a Pian de Valli, e di qui magari raggiungere sugli sci la Vallonina e Campo Stella tramite lo scavalco delle Sella di Leonessa, preferirebbe andare a Sella di Cantalice? Tanto più che le vie di comunicazione a valle, già indirizzano tutti i potenziali fruitori (reatini, romani, ascolani, ternani) alla Terminillese o a Leonessa.

Guardiamo poi a come la cosa dovrebbe funzionare: con quale frequenza questi ski-bus ecologici dovrebbero viaggiare? Di che potenza dovranno disporre, e quanto si dovrebbero caricare, alle pensiline fotovoltaiche, per supportare in continuazione viaggi di quel dislivello, lunghezza, e pendenza? Quanti dovrebbero essere? E gli sciatori, vestiti di casco, scarponi e tuta da sci, quanto dovrebbe aspettare, al parcheggio a quota 800, lo ski-bus? E come verrebbero puliti i 13 km di strada? E quale sarebbe la frequenza in assenza di neve, dato che il progetto è per “Terminillo tutto l’anno”?

Alla Sella è anche prevista una pista di fondo, sulla strada che (con pendenza anche dell’8%) si dirige verso Passo del Lupo. Il comprensorio del Terminillo già prevede le preesistenti piste di Fontenova e di Cinque Confini, con grandi difficoltà di gestione. Il progetto dice “l’utilizzo deve essere a costo zero. Le piste e gli anelli di fondo saranno organizzati e messi in rete con le strutture e infrastrutture di comprensorio, in modo da rendere l’offerta sportiva funzionale ed efficiente”. Questo significa che il gatto delle nevi ogni mattina dopo aver battuto (tutte) le piste di Cinque Confini o verrà portato (come?) a Sella di Cantalice per battere quella pista? Ma pure fosse, voi immaginate che qualche sciatore di fondo possa preferire la piccola pista di Sella di Cantalice alle molte e varie di Cinque Confini, a cui per di più può arrivare direttamente con la sua macchina?

Il saccheggio è così evidente che è “ammesso” nel progetto stesso: «infatti non si è dovuto “saccheggiare” nuovo territorio; solo sulla zona della Sella di Cantalice è stato realizzato un piccolo ampliamento del comprensorio seguendo la strada bianca che da Valle Organo raggiunge Sella di Cantalice per poi ridiscendere verso Castiglione-Le Grotte-Cantalice».

Infine, nella delibera del comune di Cantalice, si legge la previsione di spesa per ben 600mila euro per ristrutturazione ed ampliamento del Rifugio Castiglioni, che si trova lungo la strada (a quota 1400, un paio di chilometri prima della Sella). Il Rifugio, dallo scarno interno ma dalla solida struttura, oggetto di recente cura, non ha alcun ruolo nel progetto. Dunque, perché?

A queste previste spese (1.5 milioni), si aggiungono poi 3.5 milioni per gli impianti da realizzare.

Ci sembra di poter dire che ad ogni persona “non schierata” questo progetto di Cantalice suoni come uno spreco di denaro, per un’opera che rimarrà incompiuta (nell’idea degli skibus) e inutilizzata dagli utenti invernali.

E la “montagna estiva”? Figuriamoci se gli accessi estivi giustificheranno un decente servizio di bus! D’altronde è vero che la zona della Sella di Cantalice, centrale nel gruppo dei Monti Reatini, potrebbe/dovrebbe essere valorizzata per il periodo estivo. Ma allora perché non usare quei milioni per finanziare un servizio di fuoristrada di privati che accompagni per anni ed anni, dietro modico compenso, chi ne faccia richiesta?

Sicuramente i progettisti e gli amministratori potranno meglio chiarire il loro progetto e il “business plan” che c’è dietro; queste sopra sono solo considerazioni dettate dal senso comune, e aiutate dalla conoscenza, da mountain biker, della zona. Ma se questo è quanto viene da osservare ad un normale cittadino sul progetto più “nascosto” e “minore”, davvero ci sembrano necessarie una disamina di tutti i singoli interventi previsti ed una seria riflessione sull’impianto spartitorio “per quota comunale” dell’intero piano.

About Marco Giordani

Tesoriere di Rieti Virtuosa. Laureato in informatica, funzionario di Alcatel-Lucent ed attento agli strumenti di democrazia diretta e trasparenza. Segretario di Sabina Radicale