La speranza di lavoro con “5 pani e 2 pesci”

Viene erogato un voucher di 500 euro, comprensivo di quote assicurative e versamenti Inps, come compenso in cambio di lavori presso realtà legate alla Caritas. Soprattutto parrocchie, ma anche cooperative e qualche privato. Don Roberto Camilotti: “Nella tradizione cristiana, vorremmo diventare pro-creatori di lavoro”. Così Paola e Francesco hanno ritrovato un pizzico di speranza per ripartire.

Paola, 50 anni, madre sola con due figli a carico, ha svolto le pulizie in un palazzo che ospita mostre e allestimenti. Francesco di anni ne ha 40, ex operaio, si è occupato di piccoli lavori di giardinaggio in una parrocchia. Sono solo due delle oltre 600 persone che negli ultimi 3 anni sono state protagoniste di “5 pani e 2 pesci” (5P2P), il progetto con cui la Caritas di Vittorio Veneto ha cercato di dare la sua risposta alla crisi e alla disoccupazione, dando sostegno economico in cambio dell’impegno in servizi lavorativi. Il progetto prevede l’erogazione di un voucher di 500 euro, comprensivo di quote assicurative e versamenti Inps, come compenso in cambio di lavori presso realtà legate alla Caritas: soprattutto parrocchie, ma anche cooperative e qualche privato. La cifra è piccola e da sola non risolve di certo le situazioni di povertà e disagio sociale in cui molti sono precipitati dopo aver perso il posto di lavoro. Però è un punto di partenza…

184mila euro e oltre 600 persone.

Nel corso degli ultimi tre anni, in 5P2P sono stati investiti 184mila euro. Nel 2014, ne sono già stati erogati 72.600 e a disposizione ne rimangono ancora 60.764. I fondi per sostenere il progetto arrivano anzitutto dall’otto per mille alla Chiesa Cattolica, ma a contribuire con offerte sono anche le parrocchie, i privati e gli enti locali. Oltre la metà delle persone che usufruiscono di questa “borsa-lavoro” ha più di quarant’anni, ma nell’ultimo periodo l’età media si è abbassata e la percentuale di under 40 è aumentata progressivamente dal 28,4% del 2012, al 35,7% del 2013 fino al 41,5% del 2014. “Sono pochissimi i ragazzi sotto i 30 – spiega al Sir il direttore di Caritas Vittorio Veneto don Roberto Camilotti – perché fino ai 26 possono usufruire di aiuti simili al nostro da provincia e regione”. Il 40,9% delle persone aiutate è italiana, mentre il rimanente di 24 diverse nazionalità, con prevalenza di marocchini e albanesi.

Con il lavoro si ritrova la dignità.

“La gente ha ancora tanta voglia di lavorare, di sentirsi apprezzata e valorizzata per quello fa. Elemosinare un aiuto economico non è quello che cerca”, precisa don Camilotti. Ciò che differenzia 5P2P da altri progetti è il fatto che non si limita a essere puro assistenzialismo. “La carta vincente è quella di riuscire in molti casi ad aiutare le persone coinvolte a ritrovare la propria dignità, dimostrando a se stesse che hanno qualcosa da dare e che possono essere utili”. Lo confermano Paola e Francesco per i quali l’esperienza ha avuto un valore speciale. “Ero disperata perché non riuscivo a trovare nulla”, racconta al Sir Paola, che nella vita ha fatto “un po’ di tutto, “dall’operaia in fabbrica, alla cameriera, alla badante. La possibilità che mi ha dato la Caritas mi ha aiutata a non perdere le speranze e a continuare. Adesso ho tanti piccoli lavoretti, continuo a fare le pulizie in Caritas per qualche ora la settimana e mi sento molto apprezzata e utile”. “Ho sentito calore e vicinanza”, dice Francesco, ex operaio in un’azienda locale. “Con il calo della produzione ho perso il mio posto ed è iniziato un periodo molto difficile. Grazie alla Caritas ho trovato un posto accogliente e umano dove poter lavorare”. La sua esperienza dai frati cappuccini è durata un mese e da allora cerca un po’ di arrangiarsi, ben consapevole che la situazione, sua e dell’economia, “non è ancora rosea e avere un contratto è molto difficile”.

Pro-creatori di lavoro.

L’ambizione è quella di reintrodurre queste persone nel mondo del lavoro. Il più delle volte però, ammette amaramente don Roberto, è disattesa: solo qualche decina è riuscita realmente a trovare un contratto, per lo più nell’ambito dei lavori pesanti e dell’agricoltura. “Per chi partecipa a 5P2P – sottolinea il direttore di Caritas Vittorio Veneto – servirebbero più opportunità lavorative significative, per mettere a frutto la propria professionalità o acquisire nuove competenze”. Proprio per questo, nonostante le difficoltà anche burocratiche, Caritas Vittorio Veneto non demorde e punta in alto: l’obiettivo, come ribadito nell’assemblea di domenica 14 settembre, è quello di inventare lavoro. “La tradizione cristiana ha sempre definito i genitori pro-creatori di vita e il lavoro è parte fondamentale di questa vita. Per questo noi vorremmo diventare pro-creatori di lavoro con modalità nuove. Per fare questo credo che lo Spirito di Dio possa servirsi anche di noi”.