Slovacchia alla testa dell’Ue. “Presidenza spirituale” per rilanciare l’unità continentale

Da Bratislava un messaggio ecumenico per fondare la politica comunitaria su valori e origini condivise. Preghiera comune di otto chiese cristiane. Monsignor Stanislav Zvolensky, presidente della Conferenza episcopale: l’integrazione “non sia un compromesso”. Una “catena di preghiera” senza confini per l’Europa

La presidenza slovacca del Consiglio dell’Unione europea, che si protrarrà fino alla fine di dicembre, è collegata a una serie di iniziative e di passi mirati a diffondere la conoscenza del Paese situato nel cuore dell’Europa, le sue bellezze e il suo patrimonio culturale, tra i cittadini di altri Paesi europei, e fare quanto possibile per contribuire al futuro sviluppo della comunità europea delle nazioni. Le attività e i progetti – pubblicizzati anche nel suto ufficiale della presidenza, http://www.eu2016.sk/ – spaziano dal settore politico a quello economico, passando attraverso la promozione del turismo, fino a curiosità come l’emissione di francobolli con il profumo di pino, per “diffondere l’aria tipica delle montagne slovacche oltre i confini del Paese”. Le Chiese cristiane in Slovacchia avranno la possibilità durante il semestre di promuovere l’eredità culturale e valoriale cirillo-metodiana. Mentre il governo di Bratislava, che ricopre appunto la presidenza del Consiglio Ue, ha incontrato il 12 luglio i rappresentanti delle comunità cristiane in Europa: la Comece (Commissione degli episcopati della Comunità europea) e la Cec (Conferenza delle Chiese europee).

Le Chiese: unità possibile. I rappresentanti di otto Chiese cristiane si sono uniti in preghiera alcuni giorni dopo l’insediamento della presidenza slovacca con un forte messaggio: l’unità dell’Unione europea non è solo una questione politica, economica e strategica, occorre che prima di ogni altra cosa essa sia percepita come una questione che tocca il cuore di ogni cittadino europeo. “In questi giorni abbiamo visto quanto sia fragile l’unità dell’Europa, e quanto sia difficile la sua tutela: questa è la ragione per cui ci siamo riuniti in preghiera per chiedere l’aiuto e la benedizione di Dio in questo cammino”, ha spiegato monsignor Stanislav Zvolensky, presidente della Conferenza episcopale slovacca. Mantenere la comunità unita è più difficile che dividerla – ha aggiunto – tanto più nel mondo contemporaneo “permeato da individualismo”. Laddove ognuno ha la propria opinione, il proprio punto di vista, e la propria verità, percorrere insieme questo cammino diventa estremamente difficile.

“L’unione richiede rinnovamento costante, e la sua preservazione è un nobile compito, sebbene non facile”

ha rilevato l’arcivescovo di Bratislava, mettendo in guardia dai facili compromessi, soprattutto per quel che riguarda i valori. “Si ha spesso l’impressione che l’unità debba essere il risultato di un compromesso tra una serie di richieste individuali e l’unificazione di un gran numero di norme. Più grande il numero di persone da accontentare, maggiore sarà il numero di provvedimenti. Ma non è così che funziona. Una crescente distanza dal nocciolo della questione rende l’equilibrio ulteriormente precario. E i veri problemi sorgono quando arriva qualcuno con l’intenzione di modificare il nucleo centrale, l’asse che regola i rapporti interpersonali e internazionali costituiti dalla nostra natura umana”. Secondo i rappresentanti delle diverse Chiese cristiane, raggiungere un compromesso nell’area dei valori umani fondamentali, considerato da molti come “il male minore”, non porta ad alcun equilibrio. Al contrario, esso si sostanzia nella negazione di principi generalmente validi, nell’incremento del relativismo e dell’esclusione dei cristiani dallo spazio pubblico. “La civiltà europea costruita sui valori fondanti del Vangelo porta con sé la speranza di un futuro migliore”. Ciò che occorre fare “è aiutare l’Unione europea a mantenere il suo equilibrio di unità avvicinandosi il più possibile alla natura umana”, ha proseguito mons. Zvolensky, sottolineando che “l’unità delle nazioni, pur nel rispetto dell’originalità di ognuna, è possibile. A questo riguardo, auspichiamo che la presidenza slovacca porti benefici all’Europa contribuendo al rafforzamento della sua coesione e prendendo come punto riferimento quei valori che trascendono la realtà materiale”.

Misericordia e preghiera. Unitamente alle parole dei rappresentanti ufficiali delle Chiese cristiane, la società civile ha promosso un’iniziativa di preghiera in occasione della presidenza slovacca. “Come cristiani crediamo nella forza della preghiera e del digiuno. Le radici dell’Unione europea s’ispirano al cristianesimo, i cui principi fondanti – la solidarietà e la sussidiarietà – sono mostrati e sostenuti con forza attraverso le nostre preghiere”, hanno spiegato i promotori del progetto, sottolineando la coincidenza della presidenza slovacca con l’Anno della misericordia.“La Slovacchia detiene la presidenza formale delle istituzioni europee, ma noi vorremmo coniare un nuovo termine: la ‘presidenza spirituale’, con una benedizione per tutte le nazioni europee”,ha affermato Eduard Filo, uno degli organizzatori del progetto presentato come un’iniziativa congiunta di Associazioni di comunità cristiane giovanili, Forum delle istituzioni cristiane e giovani per Cristo. Migliaia di persone si uniranno alle iniziative settimanali di preghiera in un Paese diverso, trasmettendo in anticipo le informazioni alle proprie Conferenze episcopali di riferimento, così che altre nazioni possano unirsi in preghiera. Per ulteriori informazioni: www.zosrdcaeuropy.sk.