Servizio di Bike Sharing e mobilità alternativa: perché l’inerzia?

È convocata per martedì 29 aprile prossimo alle ore 10,00, alla presenza dell’attuale Assessore all’Ambiente Ubertini e ai dirigenti preposti, la seduta della Commissione Controllo e Garanzia che si occuperà della situazione in cui attualmente versa l’ufficio bici, istituto dalla precedente Giunta Emili, con lo scopo di promuovere progetti di mobilità alternativa e l’annesso servizio di bike sharing.

Con delibera di giunta dello scorso novembre l’attuale Amministrazione ha emanato un atto d’indirizzo, con cui demandava ai dirigenti del settore ambiente e finanziario l’organizzazione del servizio con ogni risorsa umana ed economica disponibile.

Va ricordato ai non addetti ai lavori che il progetto RietiinBici fu cofinanziato anche dal Ministero dell’Ambiente per un importo di 182 mila euro insieme a quote di privati per oltre 8 mila euro con la compartecipazione del Comune per ulteriori 180 mila.

Ad oggi, nonostante in punti diversi della città, siano state anche installate le colonnine di ricarica per le biciclette elettriche, il sistema Bike Sharing non solo non è mai partito ma l’amministrazione Petrangeli, nella fretta di eliminare velocemente tutte le eredità del passato, ha pensato bene di chiudere anche l’ufficio bici sotto i portici del Comune.

Lasciando nell’imbarbarimento e nell’incuria più totale i locali utilizzati dove trovano ricovero una ventina di biciclette, pagate con soldi pubblici (altre 8 a pedalata assistita attendono di essere consegnate), che sarebbero dovute servire a tutti coloro che intendevano utilizzare il mezzo ciclabile per girare in città, una volta parcheggiata l’auto.

Considerata anche l’imminenza dell’avvio della stagione estiva sarebbe auspicabile riprendere il servizio e provvedere al pagamento delle ultime tre mensilità alle sei addette dell’ufficio, magari, se possibile, sconsigliandole in ogni modo ad intraprendere inutili e dispendiosi contenziosi contro il Comune.

Consigli che non fanno certamente onore a chi li dispensa.

One thought on “Servizio di Bike Sharing e mobilità alternativa: perché l’inerzia?”

  1. Marco Giordani

    lodevole l’iniziativa di Sebastiani; ci piacerebbe anche sare come siano stati spesi quei 370mila euro; e non è che sotto Emili, l’ufficio bici abbia prodotto molto (se non post “quanto è bello andare in bici”).
    P.S.
    Le bici, per ammissione di Assessore ed Aragona (che seguì il progetto dall’inizio) NON “sarebbero dovute servire a tutti coloro che intendevano utilizzare il mezzo ciclabile per girare in città, una volta parcheggiata l’auto”; sono state pensate per i turisti (sic).
    http://www.rietivirtuosa.it/2013/11/08/spostare-lottica-dalla-pista-ciclabile-alla-citta-ciclabile/

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