Se non crede alla dignità sacramentale il matrimonio è valido?

Se una persona, il giorno della celebrazione delle nozze, esclude un elemento o una proprietà essenziale del matrimonio, allora il consenso è viziato e il matrimonio invalido.

L’esclusione che ora andremo a prendere in considerazione è l’intenzione contraria alla dignità sacramentale del matrimonio. Ovviamente essa riguarda solo i matrimoni cristiani, dato che sono sacramentali; di certo, invece, non riguarda i matrimoni “naturali” che non hanno tale dignità. Quando l’esclusione della sacramentalità può rendere un matrimonio nullo? Può accadere (e di fatto soprattutto ai giorni nostri, ahimè, accade) che una persona cattolica battezzata abbandoni, nel corso degli anni, la sua fede. Se questa persona sviluppa una tale avversione verso la Chiesa, può credere che l’insegnamento della Chiesa sui sacramenti sia una superstizione e dunque può rifutare l’idea che il matrimonio stesso sia un sacramento. Ma, tuttavia, questa persona può accettare le nozze in Chiesa per far piacere alla famiglia, ai genitori, all’altro sposo o magari per avere un matrimonio “suggestivo”, insomma per una serie di motivi, pur non credendo in alcun modo alla dignità sacramentale del matrimonio. Altro esempio potrebbe essere quello riguardante un protestante che si sposa secondo l’insegnammento della propria confessione. L’insegnamento di quella determinata Chiesa può rifiutare il matrimonio come sacramento. In questo caso è difficile ammettere che una persona riceva un sacramento quando non crede che il matrimonio sia un sacramento. L’insegnamento della Chiesa cattolica, al riguardo, è molto chiaro: quando dei battezzati si sposano, devono voler fare ciò che la Chiesa fa, in questo caso devono sapere di costituire un’unione sacramentale.