E se la tecnologia avesse un’origine «scimmiesca»?

Cosa ha dato origine alla tecnologia? Verrebbe da rispondere: i problemi che ha risolto, ovviamente. Forse però la storia non è così semplice, o meglio è ancora più semplice, ma in un modo insospettabile. A suggerircelo una ricerca sui cebi barbuti del Brasile.

Ricercatori delle università di Oxford e San Paolo hanno filmato i cebi (Sapajus libidinosus) mentre sbattevano violentemente delle pietre, producendo schegge molto simili a quelle ritrovate nei siti archeologici dei nostri antenati dell’età della pietra. Lo scopo delle simpatiche scimmiette è leccare la superficie delle pietre appena scheggiata, probabilmente per ingerire minerali fondamentali per la loro dieta.

Per gli scienziati la scoperta abbassa, in un certo senso, la soglia di ‘intelligenza’ necessaria per produrre volontariamente schegge di questo tipo. Questo non vuol dire che i reperti archeologici non siano di origine umana, ma suggerisce di rivedere il processo di sviluppo della tecnica stessa.

Al di là delle ricerche rigorose, possiamo formulare un’ipotesi (un po’ azzardata) sulla nascita della tecnologia proprio sulla base di questo fenomeno. I cebi non usano le schegge che producono, sono un semplice scarto di un attività primitiva. In una situazione analoga i primati da cui discendiamo potrebbero aver prodotto intenzionalmente, ma per altri scopi, una grande quantità di oggetti. La successiva necessità, ad esempio di aprire un guscio, avrebbe fatto casualmente riconoscere in quei rifiuti un utile strumento.

Che le scoperte avvengano per caso non è certo una novità. Ma il curioso comportamento di queste scimmie porta a credere che alla base dello sviluppo tecnologico, che ci caratterizza come specie, ci siano comportamenti del tutto animaleschi. La prossima volta che guardate il profilo sottile di uno smartphone, ripensate a quanto semplice e stupida sia stata la nascita delle sottilissime schegge da cui deriva tutta la tecnologia attuale.