Scuola, 1.300 studenti reatini pronti alla maturità

Scuola Cislaghi

Alla vigilia degli esami di maturità 1.300 studenti reatini si apprestano a vivere la scelta del lavoro e dell’università dopo che avranno superato lo scoglio tanto temuto contro cui avrebbero potuto andare a sbattere e non ci andranno a causa delle non difficilissime prove affrontate.

A giorni, dunque, altri 1.300 giovani sabini si aggiungeranno a quelli inoccupati, sperando nell’assunzione in una delle residue fabbriche del nucleo industriale ancora attive o nell’ormai prossimo avvio del Polo della Logistica di Passo Corese.

Oppure sceglieranno di parcheggiare altri cinque anni in una delle facoltà universitarie vicine, andando a caccia di una laurea, ad iniziare dal Polo reatino della Sapienza e della Tuscia, frequentando corsi professionalizzanti che, fino a qualche anno, fa davano lavoro nel settore sanitario assieme alla corresponsione di ottimi stipendi.

Sarà la maturità 2014–15 a cadere all’interno delle accese polemiche parlamentari e sindacali per il tentativo governativo di varare l’ennesima riforma della “Buona scuola” che reca tra i suoi annunciati provvedimenti, oltre a quello del preside–sceriffo, l’immissione in ruolo di 100.701 precari i quali scalpitano giustamente e ingiustamente soffrono da una ventina d’anni la più assoluta delle insicurezze.

L’impasse causato dalle accesissime critiche cui il ddl è stato fatto oggetto troveranno, si spera, auspicati aggiustamenti e modifiche. Ad annunciarle è stato il sottosegretario del Miur, l’onorevole di casa Angelo Rughetti, sabino di Poggio Moiano, il quale ha dichiarato al giornale torinese «La Stampa» che il Governo è disposto al dialogo e a dire sì ad un piano che trovi contrappesi alle nuove funzioni presidenziali e formuli un progetto pluriennale per l’assunzione in ruolo dei precari.

Di maestri e professori reatini ce ne sono in attesa parecchie centinaia del transito in ruolo. «Mettiamo attorno ad un tavolo governo e sindacati – ha affermato Rughetti – e facciamo un accordo che consenta di dire, fermo restando il rispetto dei saldi di finanza pubblica, quanti precari riusciamo ad assorbire e in quanto tempo. Partiamo con 140 mila e diamo un’aspettativa a tutti quelli che hanno fatto o faranno il concorso». La proposta pare abbia trovato numerosi sostenitori.

Ora, mentre i professori hanno i loro pensieri e non poche motivate preoccupazioni, a partire dalla necessità di superare il blocco degli stipendi che dura da più anni, i 1300 candidati agli esami, stanno completando la preparazione e il ripasso delle materie prescelte dal Miur.

I ragazzi si sono dati da fare andando alla scoperta delle abitudini, del modo di interrogare dei commissari esterni, utilizzando Facebook per radiografare i comportamenti di quelli disseminati in tutta la Sabina e in particolare nelle 36 commissioni operative presso gli istituti secondari reatini.

L’esame di stato 2014–15 sarà utile per conoscere se gli studenti saranno stati davvero preparati alla vita e se saranno da considerarsi maturi. E qui salta fuori l’interesse suscitato dalle idee di un libro, Insegnare a vivere, del sociologo francese Edgar Morin, pubblicato alla vigilia delle prove da Raffaello Cortina: «Si tratta di permettere a ciascuno di sviluppare al meglio la propria individualità e il legame con gli altri ma anche di prepararsi ad affrontare le molteplici incertezze e difficoltà del destino umano… insegnare a vivere nel nostro tempo, che è anche quello di Internet, e nella nostra civiltà planetaria, nella quale ci sentiamo così spesso disarmati e strumentalizzati…».

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