Sanità locale, si mantiene l’allerta

La comunità reatina tutta non allenta la vigilanza sul problema sanità. Istituzioni, società civile, volontariato e la stessa Chiesa locale mantengono la massima allerta. La preoccupazione non si spegne, come ha scritto nei giorni scorsi lo stesso sindaco del capoluogo, in qualità di presidente della Conferenza locale per la sanità (in cui siedono tutti i sindaci della provincia di Rieti), nella missiva inviata al presidente della Regione Lazio: «Consapevole dello sforzo che stai facendo per uscire dal commissariamento, cercando di garantire a tutti i cittadini del Lazio la possibilità di esercitare in egual misura il diritto alla salute», Petrangeli chiede a Zingaretti «di chiarire alcuni aspetti della politica sanitaria regionale che riguardano da vicino questo territorio».

La popolazione è particolarmente in ansia, scrive il sindaco, per l’ospedale “de Lellis” e per tutto «il sistema sanitario provinciale, a partire dai livelli essenziali di assistenza e della qualità delle prestazioni erogate», per cui chiede a Nicola Zingaretti «delucidazioni e precisazioni ». In settimana nuovo appuntamento per associazioni, volontari e cittadini tutti, dopo le precedenti assemblee svoltesi alla sede dell’Alcli. Stavolta la riunione pubblica si svolgerà sotto gli archi del vescovado, martedì prossimo alle 17.30: vi è stato invitato anche lo stesso presidente della Regione, oltre ai 73 sindaci del territorio provinciale.

Non mancherà, anche stavolta, la presenza della Diocesi, attraverso l’ufficio della pastorale della salute. Potrebbe essere l’occasione, ha dichiarato il direttore dell’organismo Nazzareno Iacopini, per un dialogo positivo, un prezioso momento di confronto sulle necessità e le possibilità, la circostanza giusta per presentare le decisioni, chiarire le posizioni, arrivare alle soluzioni. L’incontro e l’ascolto reciproco, condotti con onestà e chiarezza, possono condurre al miglior esito ogni situazione problematica». Pienamente comprensibile, prosegue il responsabile della pastorale sanitaria, l’azione di protesta diffusa tra i cittadini e tra gli stessi operatori sanitari, visto che essa «trova fondamento nel clima di incertezza generale, nella circolazione di informazioni contraddittorie, nella mancanza di un atto che metta definitivamente in sicurezza la popolazione reatina».

È quello che anche la Chiesa reatina chiede, continua la nota dell’ufficio diocesano, «vivendo dalla parte dei malati, dei più deboli, dei più poveri», la cui sofferenza impone rispetto. Ma non va dimenticato il diritto costituzionale alla piena salute e alla cura della persona. Né la crisi economica può giustificare trascuratezze e abbandoni: «Certamente non è permesso lasciare l’assistenza sanitaria nell’incertezza o esporla al pericolo dell’insufficienza. Soprattutto in un territorio difficile per condizione geografica, anagrafica ed economica come quello reatino». Per cui l’auspicio della Diocesi è per «il mantenimento dell’attuale offerta sanitaria, che comprende anche diverse eccellenze », eliminando sprechi e potenziando quel che funziona.