Sanità, la Diocesi: «a Rieti chiesto un sacrificio fuori misura»

Le notizie sulla sanità reatina destano preoccupazione. La Chiesa di Rieti non intende contribuire alla confusione che traspare quotidianamente dalla stampa, con notizie talvolta contraddittorie.

Ma l’allarme non va sottovalutato: già oggi abbiamo perso molto. Non dimentichiamo che la prospettiva degli ospedali di Amatrice e Magliano Sabina è di essere ridotti a “Case della Salute”.

Il tutto mentre altre realtà periferiche della Regione, anche a noi vicine, vengono potenziate e spingono l’utenza reatina ad una sorta di costoso pendolarismo sanitario.

Eppure, al netto delle varie riforme, siamo ancora un capoluogo di provincia. La nostra sanità dovrebbe avere il ruolo centrale di garanzia di salute pubblica per tutto il territorio.

Da questo punto di vista un eventuale declassamento dell’ospedale provinciale sarebbe inaccettabile. Al contrario andrebbe potenziato per rispondere meglio anche ad una certificata situazione di invecchiamento dei nostri cittadini.

Rieti ha una popolazione dispersa in una provincia che per estensione territoriale è la seconda nel Lazio. Non si possono organizzare i bacini di utenza sulla secca base dei numeri, senza tenere presente la conformazione di un territorio montuoso e dalla difficile mobilità, senza considerare le reali condizioni di vita delle persone e delle comunità.

La discrezionalità della Regione Lazio in materia sanitaria non può assumere l’aspetto di un potere assoluto, irrazionale, spinto da un cinico calcolo. Per una realtà piccola come la nostra può sembrare un accanimento. Rieti non può essere certamente responsabile dell’enorme debito sanitario regionale. I sacrifici che le vengono richiesti sono evidentemente eccessivi.
Dietro ai numeri ci sono i malati, le loro famiglie, le vite concrete delle persone ed è a queste che le istituzioni debbono dare risposte, non ai ragionieri e agli esperti di contabilità.

E senza timore di andare fuori tema, ci sembra il caso di sottolineare come questa messa in discussione dei nostri presidi sanitari, si stia da tempo accompagnando ad una aggressione portata avanti da più fronti alle risorse del nostro territorio.

È una situazione sulla quale la Chiesa locale esorta i rappresentanti del popolo nelle istituzioni ad invertire la rotta e sollecita la ricerca di una prospettiva comune agli operatori sanitari, ai sindacati, ai volontari, ai malati e ad ogni altra componente della nostra comunità locale.

La Chiesa di Rieti è pronta a contribuire per quanto possibile e a camminare con tutti alla ricerca del bene comune.