Risorse Sabine in liquidazione. Lavoratori e sindacati continueranno a battersi

Risorse Sabine, sciopero. 9 luglio 2013. Foto di Massimo Renzi

Pubblichiamo la nota su Risorse Sabine firmata da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil Rieti.

Ieri 30 marzo 2015 il Consiglio Provinciale di Rieti con voto a maggioranza ha deciso di mettere in liquidazione la società Risorse Sabine di sua proprietà al 100%.

La conseguenza di una tale inaccettabile decisione è mandare a casa 106 lavoratori nonché togliere ai cittadini i servizi sin qui svolti.

I 106 lavoratori di Risorse Sabine srl che per mesi si sono battuti con scioperi, con l’assemblea permanente in sala consiliare della provincia e con manifestazioni di piazza, continueranno a pretendere che vengano mantenuti gli impegni formalmente e pubblicamente sin qui assunti ai massimi livelli dalla Regione Lazio e dalla Provincia di Rieti e poi improvvisamente incomprensibilmente rinnegati nel Consiglio Provinciale del 30 marzo.

Tali impegni, lo ricordiamo, prevedevano che la Provincia ricapitalizzasse la società partecipata, evitando in tal modo il licenziamento dei 106 lavoratori per poi, insieme alla Regione consolidare le attività che ancora svolge e attribuirne di nuove (nel campo del turismo, dell’ambiente e della manutenzione strade per un importo di 1.700.000 euro annui).

I lavoratori di Risorse Sabine e le organizzazioni sindacali continueranno pur dopo l’irresponsabile decisione presa dal Consiglio Provinciale del 30 marzo a battersi per obiettivi che vanno oltre la salvaguardia pur fondamentale del reddito di 106 famiglie. Si batteranno perché il territorio di Rieti non continui ad essere considerato un territorio marginale da abbandonare progressivamente a se stesso da una Regione che continua ad essere romano-centrica. La posta in gioco è se il territorio di Rieti, vuoi perché interno e montano, vuoi per le piccole dimensioni della popolazione (145.000) debba continuare a essere la cenerentola in una regione che guarda solo alla capitale o non debba piuttosto ricevere gli investimenti che lo facciano crescere nelle sue vocazioni e tutelino un bacino di vitale importanza anche per la capitale (basti pensare all’acqua che disseta Roma).

La battaglia per Risorse Sabine è quindi una battaglia che deve coinvolgere l’intero territorio della provincia, in tutte le sue articolazioni politiche e sociali, nell’obiettivo di avere i servizi e gli investimenti che merita (manutenzione vie religiose, manutenzione strade regionali, tutela del territorio, accoglienza e promozione turistica ecc. per limitarci ai servizi sin qui svolti da Risorse sabine).

Gli eletti in Provincia e Regione, le forze politiche e sociali sono chiamate a scegliere da che parte stare: vogliono abbandonare questo territorio a se stesso o stare coi lavoratori e i cittadini che continuano a viverci?

Chi vuole cambiare verso al progressivo declino di questo territorio non può che stare al fianco delle organizzazioni sindacali nella vertenza Risorse Sabine e pretendere dalla Regione Lazio di essere la Regione di tutti e non solo di Roma, altrimenti si alimenterà la già diffusa voglia di aggregarsi ad altri territori di regioni confinanti.

Lavoratori e sottoscritte organizzazioni sindacali già dalla assemblea che si terrà mercoledì decideranno le iniziative per coinvolgere tutti i soggetti interessati a tutelare il territorio di Rieti nel Lazio e per opporsi alla decisione del Consiglio provinciale di cancellare Risorse Sabine. Una decisione tanto più irresponsabile in quanto, oltre a privare il territorio di Rieti di importanti risorse regionali, pregiudicherà anche decisioni che potrebbero venire da normative nazionali tuttora in discussione e che non potranno applicarsi a Risorse Sabine se sarà ormai liquidata.