Risorse Sabine, i SIndacati: «Non possiamo rassegnarci»

Risorse Sabine, sciopero. 9 luglio 2013. Foto di Massimo Renzi

«La situazione drammatica in cui sono precipitati i 107 dipendenti della società Risorse Sabine posta in liquidazione, ci obbliga ad inoltrare la presente richiesta d’Incontro» scrivono le Segreterie di CGIL, CISL, UIL di Roma e del Lazio al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, al vice presidente Massimiliano
Smeriglio, agli assessori Lucia Valente e Fabio Refrigeri, e ai capigruppo delle forze in Consiglio Regionale.

«Come già rappresentato dalle nostre strutture territoriali di Rieti in occasione dell’incontro sindacale del marzo scorso – scrivono i sindacati – la stragrande maggioranza delle 107 persone, proviene dall’esperienza di LPU/LSU, stabilizzati nel 2009 attraverso la costituzione della società Risorse Sabine controllata dalla Provincia di Rieti».

«Tutte queste persone, credevano di aver risolto la loro condizione di disoccupazione e di precarietà dopo anni di lotte, battaglie e sacrifici ed invece, inaspettatamente e ingiustamente, sono state licenziate con decorrenza 6 maggio, nonostante – sottolineano le sigle sindacali – le attività lavorative nelle quali sono state impiegate per anni (gestione impianti sportivi di proprietà dell’Ente Provincia, manutenzione strade provinciali, sgombero neve, attività di assistenza e accoglienza assessorati, ecc.), continueranno ad essere svolte, anche attraverso appalti, ma da altre persone».

«Le disponibilità economiche dichiarate da Voi Assessori nell’ambito dell’incontro sindacale di marzo (1,7 milioni di euro), dopo essere state un fattore importante per favorire la positiva soluzione occupazionale e produttiva degli ex dipendenti della Risorse Sa bine, è svanita nel nulla, nessun contatto relazionale è stato più possibile (nonostante le reiterate richieste d’incontro inoltrate dalle Organizzazioni sindacali unitarie di Rieti) e l’unica misura concreta adottata dalla Provincia di Rieti, è stata la messa in liquidazione della azienda» aggiungono da CGIL, CISL, UIL di Roma e del Lazio.

«Non possiamo rassegnarci a questa ingiusta e irrazionale situazione ed al fine di definire percorsi condivisi ed utili a dare continuità occupazionale alle 107 persone licenziate, chiediamo di essere convocati in tempi rapidi, unitamente ad una delegazione di lavoratori, oramai preda di diffidenza verso tutti: Istituzioni e Organizzazioni sindacali. Restiamo in attesa di un positivo riscontro» conclude la nota.