Risorse Sabine, Costini: «la vergogna della politica reatina»

Risorse Sabine, sciopero. 9 luglio 2013. Foto di Massimo Renzi

La liquidazione di Risorse Sabine, le 107 persone rimaste senza lavoro sono una vergogna per la politica. Non è speculazione, non è qualunquismo, è indignazione verso quella che dovrebbe essere classe dirigente della città, del nostro territorio e non compie il suo dovere. Non è una multinazionale che licenzia, non è un imprenditore poco accorto che ha sbagliato un investimento: è lo STATO che lascia per strada 107 famiglie, dopo averle illuse, raggirate, ed anche, diciamocelo, sfruttate. Non c’è giustificazione, per nessuno. Sono anni che si sapeva che sarebbe stato necessario trovare soluzioni alternative, che, per colpa di una legge imbecille, le provincie sarebbero state ridotte a puri enti tecnici. Lo sapevano tutti. Ma nessuno ha cercato idee, soluzioni. Fino all’ultimo, quando al tavolo per studiare la partecipazione della nostra provincia all’EXPO di Milano, nessuno ha pensato ci coinvolgere una società il cui compito istituzionale era “valorizzare le risorse del territorio”. Il Sindaco di Rieti che fa finta di nulla, come se i lavoratori coinvolti non fossero quasi tutti reatini, il presidente della provincia inerte, al di là dei comunicati di circostanza, assessore e consigliere regionale incapaci anche solo di prospettare un’idea. I partiti occupati a spartirsi poltrone, di cui nessuno capisce più l’utilità visti i risultati. Se in politica ci fosse ancora un po’ di dignità qualcuno si dovrebbe dimettere, o per protesta, se la colpa è della regione, o per manifesta incapacità. Ed invece tutto rimarrà come prima, decretando la morte della Politica. E senza politica muore un territorio ed un popolo.