Risorse Sabine, la CGIL: la lotta deve continuare

Risorse Sabine, sciopero. 9 luglio 2013. Foto di Massimo Renzi

In merito alla decisione assunta dal Consiglio Provinciale di Rieti di porre la controllata Risorse Sabine srl in liquidazione volontaria e conseguentemente di vanificare tutti gli sforzi per scongiurare sia il licenziamento di 106 lavoratori, sia il venir meno di importanti servizi per il territorio reatino, la Filcams Cgil di Rieti ritiene che «la lotta che ha visto in questi mesi i lavoratori di Risorse Sabine mobilitati prima in assemblea permanente nella sala del Consiglio Provinciale e due volte in corteo per le strade del centro e lungo la Salaria, debba continuare insieme ai lavoratori coinvolti nelle altre crisi che stanno decimando l’occupazione in questa provincia».

Allo scopo è stato chiesto dai lavoratori e da Filcams CGIL, Fisascat CISL e Uiltucs UIL alle segreterie provinciali che venga posta in essere una complessiva vertenza “Rieti” nei confronti della Regione Lazio.

La Filcams Cgil di Rieti ritiene infatti che la messa in liquidazione della società Risorse Sabine che era stata istituita allo scopo di effettuare servizi per il territorio, «vada ben oltre gli effetti drammatici che sta provocando su 106 famiglie e che costituisca la prova evidente che la Regione Lazio considera Rieti una parte secondaria e irrilevante che non merita investimento di risorse (basta vedere lo stato in cui versano le strade, i cammini religiosi e turistici, la pista ciclabile ecc). Se questo è vero occorre che i lavoratori, i cittadini, le forze vive di questa provincia si mobilitino ancora e tutti insieme affinchè la Regione Lazio assuma politiche meno romano centriche e di stampo coloniale, altrimenti avrà ragione chi da tempo guarda al futuro nelle regioni limitrofe, chi verso l’Umbria (vedere come sono gestite lì le vie turistiche e religiose), chi verso le Marche, chi verso l’Abruzzo e del Governo».

La Filcams Cgil di Rieti «oltre a rilanciare la lotta per richiamare la Regione Lazio e le forze politiche che la governano ai suoi obblighi e augurandosi che nel frattempo dalle Istituzioni e dai suoi rappresentanti eletti arrivino, sia pure in ritardo, delle risposte (dal limbo in cui Provincia e Regione paiono precipitati dopo le promesse mancate), fornirà, per quanto attiene alle tutele individuali, ai lavoratori di Risorse Sabine l’assistenza anche legale per tutelare il rispetto dei diritti che la legge prevede, ad esempio, nel caso di attribuzione ad altri soggetti (pubblici o privati) dei servizi che finora la Provincia aveva affidato a Risorse Sabine, nonché per denunciare all’autorità competente eventuali comportamenti in danno dei lavoratori commessi da parte di Risorse Sabine e/o da parte della Provincia che né è azionista, nel corso dell’intera vicenda».