Ricostruzione: ripartire dal cibo

Nel complesso di iniziative che si stanno sviluppando per offrire sostegno alle realtà produttive di Amatrice e Accumoli ce n’è una di SlowFood che, tra le altre cose, punta all’acquisto di un furgone attrezzato per le aree umbre e laziali intorno a Cittareale, Accumoli, Amatrice e Cascia che consenta ai produttori di vendere al pubblico i prodotti delle aziende agricole locali

La tragedia del terremoto del 24 agosto 2016 ha compromesso in modo rilevante l’economia di un intero territorio. Oltre ad aver perso i propri cari e i propri beni, sono in tanti quelli che hanno visto il proprio lavoro andare in rovina, soprattutto nei frequentati settori collegati alla filiera agroalimentare.

Una delle realtà italiane che si sta impegnando nel porre rimedio è Slow Food, società no profit interessata a ridare valore al cibo nella dimensione economica e in quella culturale, nel rispetto di chi produce e dell’ambiente.

Su questa spinta è nato il progetto di crowdfunding “La buona strada, ripartiamo dal cibo”, una raccolta fondi che, partita il 7 luglio, sarà possibile alimentare fino al 31 ottobre di quest’anno. Il suo obiettivo è quello di ottenere la somma di 180 mila euro da devolvere ai territori colpiti dal sisma.

Il progetto coinvolgerà le zone di Accumoli, Amatrice e Cascia con l’intento di acquistare e dotare queste aree di mezzi agricoli utili, in modo tale da riattivare la filiera produttiva. Il denaro servirà, tra le altre cose, a comperare un negozio mobile, in comunicazione con un punto vendita fisico collettivo a Cittareale.

In collaborazione con Produzioni dal basso, la Presidente di Slow Food, Sonia Chiellini, ha dichiarato di aver incontrato contadini e allevatori e di averli trovati ostinati nel non voler abbandonare i territori, nonostante tutto.

Ovviamente il progetto non ha la pretesa di ridare la vita di prima a quanti hanno visto spazzati via anni di sacrifici. Il risultato, però, potrebbe avere il sapore della famosa piccola goccia nell’oceano, con la consapevolezza che a volte sono proprio le piccole cose a fare la differenza.