Rieti nell’anno della crisi

Il duemila e undici è stato l’anno in cui la tenaglia della crisi ha fatto sentire drammaticamente i suoi effetti su un settore economico-politico già fragile per sua natura.

Analizzando i dati Istat, relativi alla zona del Centro Italia (più specificatamente Rieti e Frosinone) si può notare come nel primo trimestre del 2011, vi sia stato un lieve aumento dell’occupazione femminile, pari al 0,5%, rispetto al primo trimestre del 2010.

In aumento anche l’occupazione straniera (facilmente percepibile su tutto il territorio nazionale) vi è un recupero sensibile anche nel settore industriale, dopo tre anni di recessione, giacché la riduzione del personale è molto più contenuta rispetto al recente passato.

Questa fase di stallo, o di lieve miglioramento è facilmente spiegabile in un territorio come quello reatino in costante evoluzione. I parametri del primo e del secondo trimestre sono perfettamente in linea con quelli che sono i dati nazionali, che evidenziano un livello d’occupazione maschile leggermente in diminuzione. Il dato preoccupante invece, emerge sul numero di uomini inattivi (37% su base nazionale) che è aumentato sulla base annua rispetto al 2010.

Questo dato comprende le persone che cercano lavoro in maniera non attiva, coloro che non lo cercano e non sono disponibili a lavorare. Il fenomeno degli inattivi è facilmente spiegabile, perché è direttamente proporzionale all’aumento della componente straniera (soprattutto femminile) e al calo della componente italiana.

Nelle zone del reatino e nel frusinate, parallelamente a quello che è il dato nazionale, il settore agricolo nell’ultimo anno ha subito un miglioramento parziale. Il lieve sviluppo che si è registrato riguarda i lavoratori a tempo pieno, e questo testimonia come vi sia un aumento dei lavoratori a tempo determinato, e degli autonomi mentre vi è un calo dei dipendenti a tempo indeterminato. Quest’incremento, ha fatto sì che, sia nelle micro realtà (come possono essere le zone prese in considerazione) che nelle macro realtà nel nostro Paese, vi sia un aumento del lavoro part-time e del lavoro a tempo determinato.

La disoccupazione inoltre non accenna a diminuire. Il tasso di disoccupazione giovanile del 2010 era in Italia 28%, nel 2011 nel centro della nostra penisola si è alzato, toccando quasi il 3% in più dell’anno precedente.