Rieti, i Volontari per forza e il senso della comunità

In una città capace di litigare su qualche vaso di fiori o sul modo di stendere i panni, la buona notizia è che continuano a crescere i “volontari per forza”, i cittadini capaci di voler bene a se stessi e agli altri

Segnalare quello che non va in fatto di manutenzione urbana, cura del verde, pulizia delle strade, è diventata oramai quasi una moda. Lo fanno tanti cittadini sui social network, in vere e proprie pagine specializzate, e lo scrivono anche i giornali di carta e on-line.

Da parte sua l’Amministrazione prova a tappare i buchi, cercando di rispondere come può ai richiami, ai rimproveri, alle prese in giro, rimanendo, tuttavia, al di sotto delle aspettative e delle necessità.

Al punto che sempre più spesso i cittadini si organizzano e – sull’esempio dei volontari per forza di Benito Rosati – puliscono, aggiustano, riportano decoro (e talvolta buon senso) dove non se ne vedeva da un pezzo.

Un atteggiamento senz’altro positivo e utile, soprattutto perché della città mostra un volto alternativo: non solo rispetto all’ordinaria inciviltà, ma anche al vizio di disporsi in opposte fazioni, rendendo un servizio utile a tutta la comunità.

Un atteggiamento che ci viene raccontato da Mattia Mei, un ragazzo di 19 anni che si è dato da fare per mettere un freno al disordine urbano nel quartiere di Campoloniano. Con l’aiuto di Facebook ha messo insieme un’agguerrita squadra di “pulitori” e ha fatto la sua parte.

«L’idea era nata l’anno scorso – ci spiega – ma fino ad ora, non avevo mai avuto tempo di poterla mettere in atto. L’obiettivo è quello di sensibilizzare i cittadini e, in particolare modo i miei coetanei, riguardo le tematiche ambientali e del vivere comune. È una iniziativa che non intende andare in alcun modo contro altre realtà, ma si è proposta come obiettivo primario di condurre un tentativo di supporto e collaborazione con le istituzioni».

Il lavoro è stato tanto?

Direi di sì. Sono state estirpate le erbe infestanti lungo i bordi della strada e sono stati raccolti numerosi rifiuti prodotti dall’inciviltà delle persone. Insieme ai Volontari per Forza e a Fare Ambiente Rieti abbiamo curato il Parco di via Cipriani e bonificato la zona da carte, bottiglie e rifiuti vari. Abbiamo raccolto in totale 40 sacchi di immondizia. Il lavoro è terminato sempre con un momento di convivialità e condivisione.

Più che a eliminare i rifiuti e a far fronte alle inefficienze della macchina pubblica, il tentativo sembra interessato alla costruzione di senso di comunità…

Non nel senso di creare movimenti o di unirmi ad altri, il mio unico obiettivo è sollevare il caso affinché vengano trattate determinate problematiche. Nell’idea c’è la ricerca di una specie di collante umano, la voglia di far crescere sempre più l’attenzione e l’affetto per il proprio territorio.

Da questo punto di vista mi sembra significativo che il tutto sia accaduto a Campoloniano. La struttura del quartiere, tolta l’area della chiesa, non sembra offrire molte occasioni di incontro!

Il quartiere, con la sua rapida espansione, non ha favorito la nascita di punti di aggregazione. Adesso confido nell’ultimazione di piazza Bettino Craxi. Con un po’ di fantasia, potrebbe far da sfondo ad una festa di rione.

Pensi che questa esperienza rimarrà isolata? O il prevedibile ritorno in breve termine del disordine vi porterà a riprendere la scopa in mano?

Il mio augurio è che questa iniziativa possa essere da esempio per altre. Il messaggio è chiaro: i giovani devono darsi da fare! Sicuramente non rimarrà isolata: a breve torneremo, muniti di scope per il bene del quartiere.