Rapporto Svimez 2017: il Sud non si ferma

Per due anni consecutivi l’economia del Sud è riuscita a crescere più di quella del Centro-Nord, sia pur di poco (nel 2016 il Pil è cresciuto dell’1% contro lo 0,8%).

Nel 2017 il Mezzogiorno non perde l’aggancio con la ripresa, ma il suo passo torna meno sostenuto di quello del resto del Paese. Secondo le stime dello Svimez – che oggi ha presentato a Roma il suo rapporto annuale – a ottobre 2017 il Pil italiano risulta in crescita dell’1,5%, conseguenza del +1,6% del Centro-Nord e del +1,3% del Sud. Il quadro però è in movimento. Per il 2018 lo Svimez prevede che le esportazioni e gli investimenti cresceranno più al Sud che al Centro-Nord (rispettivamente +5,4% e +3,1% contro +4,3% e +2,7%) e anche la domanda interna sarà lievemente superiore.

Decisiva in questo quadro è la mancata attivazione – grazie alla legge di bilancio in corso di discussione al Senato – della clausola di salvaguardia europea che impone l’aumento dell’Iva in caso di sforamento dei vincoli finanziari: secondo una stima dello Svimez avrebbe dato un colpo letale alla nostra pur modesta ripresa, con una perdita del Pil pari allo 0,28% nel Centro-Nord e allo 0,47% nel Sud.

La situazione del Mezzogiorno è comunque molto articolata. Nel 2016 il Pil della Campania è salito del 2,4%, quello della Basilicata del 2,1% e quello del Molise dell’1,6. Tutte le altre regioni hanno avuto una crescita inferiore all’1% fino al risultato negativo dell’Abruzzo che ha segnato -0,2%. Tra i settori economici, nel 2016 il Sud ha superato il Centro-Nord nell’industria, nelle costruzioni e nel terziario (soprattutto per il turismo) mentre il valore aggiunto in agricoltura è tornato a diminuire dopo il boom del 2015.