Per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria

“Ecco tua madre!” (Gv 19,27). La Chiesa è già il Corpo di Cristo, “Il corpo di lui, la pienezza di colui che è il perfetto compimento di tutte le cose” (Ef 1,23), e forma già “un solo Spirito” con lui. Il dono dello Spirito non lo possediamo, dunque, solo in speranza, ma in realtà, anche se a modo di primizia. La Chiesa è già “santa e immacolata” (Ef 5,27) nella sua fase terrena, almeno in uno dei suoi membri: la Madre di Cristo, che la cristianità orientale onora con il titolo di “Tutta santa” (“Panaghia”) e quella occidentale con il titolo di “Immacolata”. Lo è, in grado diverso, in coloro che la Chiesa ha riconosciuto come modelli di santità, i santi.

Il Vaticano II dice: “Mentre la Chiesa ha già raggiunto nella Beatissima Vergine la perfezione, con la quale è “senza macchia né ruga” (Ef 5,27), i fedeli si sforzano ancora di crescere nella santità debellando il peccato; e per questo innalzano gli occhi a Maria, la quale rifulge come modello di virtù davanti a tutta la comunità degli eletti” (Lumen gentium 65). C’è una tradizione iconografica, diffusa nell’Italia centrale, che identifica la Chiesa sposa di Cristo (Ef 5,27) con Maria. La Vergine appoggia il capo sulla spalla di Cristo, che le cinge teneramente il collo, mentre le loro mani si uniscono: “La sua sinistra è sotto il mio capo e la sua destra mi abbraccia” (Ct 2,6). Questo ha un fondamento biblico. Maria e la Chiesa sono entrambe viste come la nuova Eva e la nuova “figlia di Sion”, al punto che l’esegesi ha difficoltà a stabilire se la “Donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle” (Ap 12,1), indichi Maria o la Chiesa. “La Donna rappresenta il popolo santo dei tempi messianici e quindi la Chiesa in lotta. Ma forse Giovanni pensa anche a Maria, nuova Eva, la figlia di Sion, che ha dato vita al Messia” (Bibbia di Gerusalemme).

“Presso la croce di Gesù stava Maria sua madre” (cf Gv 19,25). Questa volta è Adamo che offre a Eva il frutto dell’Albero della vita (Ap 22,2), la perfetta obbedienza alla volontà del Padre. Quando Maria sentì che il Figlio dalla Croce diceva: “Padre, nelle tue mani consegno il mio Spirito” (Lc 23,46) si mise ad adorare in cuor suo la imperscrutabile volontà del Padre. “Soffrendo col Figlio suo morente in Croce, Maria cooperò in modo tutto speciale all’opera della salvezza, con l’obbedienza, la fede, la speranza e l’ardente carità, per restaurare la vita soprannaturale delle anime. Per questo fu per noi madre nell’ordine della grazia” (Lumen gentium 61). Questo è il senso delle tante espressioni che parlano di Maria come “figura” o “tipo” della Chiesa, “specchio della Chiesa”, “primizia della Chiesa”, “Chiesa allo stato nascente”. S. Francesco d’Assisi ha un’espressione pregnante: chiama Maria “la Vergine fatta Chiesa”.

(da: Amare la Chiesa – Sulla Lettera agli Efesini)

Per gentile concessione della casa editrice Ancora.