Per la Gmg quattro veglie in una

Una veglia multimediale e plurilocalizzata, quella vissuta quest’anno dai giovani reatini alla vigilia delle Palme, giornata che san Giovanni Paolo II volle consacrare trent’anni fa alla gioventù. In tanti attorno al vescovo, anche chi fisicamente non era in Duomo a Rieti, ma altrove, nelle tre altre convocazioni svoltesi in contemporanea. Qualcuno seguiva poi a casa propria sul computer, grazie alla diretta streaming offerta da frontierarieti.com (su cui è anche ora disponibile la ripresa video). E proprio la diretta tramite web ha permesso anche a chi si trovava a Borgorose, ad Amatrice o a Leonessa di seguire, durante la preghiera svolta contemporaneamente sugli stessi testi, la riflessione che il vescovo ha condiviso con i giovani che aveva davanti a sé, ai piedi del presbiterio della Cattedrale, e con quelli radunati in altri tre luoghi di culto sparsi in diversi punti del territorio diocesano: la chiesa amatriciana di S. Agostino, quella dedicata alla martire Anastasia nell’alto Cicolano, il santuario leonessano che custodisce i resti del santo compaesano, il cappuccino Giuseppe. La veglia “centrale” era quella in città. Anche se, in proporzione, i giovani “paesani” radunati negli altri tre luoghi erano assai di più: in S. Maria, banchi pieni solo per metà navata. Un indizio in più per dire della necessità di quel rilancio della pastorale giovanile, cui punta l’équipe da poco costituitasi proprio attorno al cammino delle Gmg. A scorrere sul maxischermo, verso il termine della veglia, le immagini del mini–pellegrinaggio degli “apripista” (una trentina fra giovani e operatori pastorali adulti) che a novembre erano volati a Cracovia proprio per un fugace anteprima “esplorativo” in vista del raduno mondiale che la città polacca ospiterà nell’estate 2016. A scandire i momenti della preghiera sono stati, tra canti, passi biblici e invocazioni, alcuni brani del messaggio di papa Francesco per l’edizione 2015 della Giornata della gioventù, quest’anno solo a carattere diocesano, che delle beatitudini si concentrava stavolta su quella dei “puri di cuore”. La meditazione ruotava attorno a quattro verbi (cercare, incontrare, rispondere, andare) che sintetizzano l’impegno che ai giovani credenti è richiesto nella formazione, nella comunione, nel servizio, nella missione. Prima del vescovo, hanno preso la parola due giovani e un adulto, tutti appartenenti al Cammino neocatecumenale, esperienza che ai pellegrinaggi dei raduni mondiali della Gmg è particolarmente legata. A parlare Giovanni Rossi e Guglielmo De Santis, testimoniando come tali momenti forti abbiano costituito pietre miliari del loro cammino di giovani cristiani. E poi un papà, Francesco Saverio Pasquetti, che proprio alla Gmg deve la genesi della famiglia che ha costituito, avendo incontrato la futura sposa, oltre vent’anni fa, proprio a uno di questi raduni. Nella breve omelia monsignor Lucarelli ha poi voluto sottolineare quanto sia importante il vivere tale apertura alla mondialità, camminando in comunione con tanti giovani. Importante anche per la piccola Rieti: «Voglia il Signore guidare il cammino dei nostri giovani, della nostra realtà anche locale, povera di presenze, di gente, anche di situazioni economiche, con la situazione che la nostra città sta soffrendo in questo momento… Ma guardando in lontananza cerchiamo di cogliere gli aspetti positivi: innanzitutto l’incontro con gli altri, il confronto che ci stimola a compiere scelte di vita fedeli al progetto di Dio».

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