Papa Francesco: udienza, sperare è “pensare positivo”, no a “false speranze e idoli”

“Sperare è un bisogno primario dell’uomo: sperare nel futuro, credere nella vita, il cosiddetto pensare positivo”. Lo ha detto il Papa, che ha dedicato l’udienza di oggi al Salmo 115, per ribadire l’importanza che “la speranza sia riposta in ciò che veramente può aiutare a vivere e a dare senso alla nostra esistenza”. “È per questo che la Sacra Scrittura ci mette in guardia contro le false speranze che il mondo ci presenta, smascherando la loro inutilità e mostrandone l’insensatezza”, ha spiegato Francesco: “E lo fa in vari modi, ma soprattutto denunciando la falsità degli idoli in cui l’uomo è continuamente tentato di riporre la sua fiducia, facendone l’oggetto della sua speranza”. “I profeti e sapienti insistono su questo, toccando un punto nevralgico del cammino di fede del credente”, ha proseguito: “Perché fede è fidarsi di Dio. Chi ha fede si fida di Dio, ma viene il momento in cui, scontrandosi con le difficoltà della vita, l’uomo sperimenta la fragilità di quella fiducia e sente il bisogno di certezze diverse, di sicurezze tangibili, concrete”. “Io mi affido a Dio ma la situazione è un po’ brutta, e io ho bisogno di una certezza più concreta: è lì il pericolo”, ha aggiunto Francesco nella prima delle molte parentesi a braccio che hanno costellato la catechesi. “E allora siamo tentati di cercare consolazioni anche effimere, che sembrano riempire il vuoto della solitudine e lenire la fatica del credere”, ha ammonito.