Papa Francesco ai bambini colpiti da terremoto: «Le calamità feriscono l’anima, ma il Signore ci aiuta a riprenderci»

L’incontro e il dialogo di Papa Francesco con i piccoli abitanti di Norcia, Cascia, Accumoli, Amatrice, Arquata del Tronto, Acquasanta, colpiti dai terremoti del Centro Italia e portati in Vaticano dal “Treno dei Bambini”.

“Le calamità feriscono l’anima, ma la fiducia in Dio aiuta a riprendersi”. Così il Papa ai 400 bambini provenienti dalle aree terremotate del Centro Italia, giunti in Vaticano a bordo di uno speciale Frecciarossa 1000 di Trenitalia, per incontrarlo.

Si tratta della quinta edizione dell’iniziativa promossa dal “Cortile dei Gentili” del Pontificio Consiglio della Cultura, sul tema “Custodi del Creato”. E’ questo il messaggio che i piccoli hanno testimoniato abbracciando Francesco nell’atrio dell’Aula Paolo VI. Un dialogo spontaneo concluso con la consegna al Papa di un libro scritto, a titolo gratuito, da esperti su come affrontare il terremoto. Il servizio di Gabriella Ceraso per Radio Vaticana:

Arrivano da Norcia, Cascia, Amatrice, Arquata del Tronto, Acquasanta, protagonisti oggi di un viaggio, di un’esperienza e di tante belle emozioni, dopo che da quel 24 agosto scorso, quando la terra ha iniziato a tremare, hanno vissuto solo paura. E lo ricorda la preside, Patrizia Palanca al Papa che da allora, è stato molto vicino alle popolazioni terremotate in modo speciale:

“Noi non avevamo pià nulla: Lei da solo, con molto coraggio, è venuto da noi e ci ha insegnato come modificare aspetti negativi di questi scenari spettrali in aspetti positivi”.

Ed è quanto vogliono dire anche i bimbi al Papa. Da allora si sono preparanti a questo incontro anche studiando l’Enciclica Laudato si’ per capire come aver cura del Creato. Poi l’emozione di fronte a Francesco è tale che saltano i protocolli ed è il Papa stesso a chiamarli:

“Mi dicono che devo parlare. Ma a me piace ascoltare! Tu vuoi parlare? Vieni, vieni…vorrei che qualcuno di voi mi dica come sono stati quei giorni dopo il terremoto…”.

Bambino: Sono stati difficili …

Papa Francesco: “Raccontami. Dimmi, dimmi …”.

Bambino: “Tutto è crollato:case, palazzi scuole”.

Papa Francesco: “Vi siete ripresi?”, “Qualcuno ha perso l’anno?”.

Bambino: “Grazie alla preside, abbiamo ripreso la scuola subito, anche dopo diversi problemi con la scuola che comunque era inagibile”

Quello che emerge dai racconti è il coraggio della gente, la solidarietà. A Gaia, che ha visto la sua scuola ad Acquasanta ricostruita velocemente Francesco chiede: “E tutti hanno collaborato e lavorato per ricostruirla?”. “Sì” risponde Gaia e Papa Francesco: “E questo è buono, perché quando si lavora tutti insieme, tutti per lo stesso scopo, le cose vanno meglio, no?”. Gaia replica: “Noi diciamo che siamo, appunto, come progetto, ripartiti dalla scuola”.

Poi parlano Camillo, Ginevra, Maria Vittoria: “Per fortuna che mia nonna si è salvata”; “Ora andamo a scuola la mattina finalmente”, e  poi: “Perchè non vieni a Cascia?”. Ed è così che il Papa consegna loro un pensiero, accogliendo le paure passate e dando delle calamità la propria lettura:

“Le calamità feriscono l’anima. Ma il Signore ci aiuta a riprenderci. Avete fiducia nel Signore voi o no?”.

Bambini: “Sì!”.

Papa Francesco: “Sicuro?”.

Bambini: “Sì!”.

Papa Francesco: “E anche nella Madonna?”.

Bambini: “Sì!”.

Papa Francesco: “E adesso, se abbiamo fiducia, ringraziamo la Madonna per le cose buone che ci ha dato in questa calamitàins le calamità feriscono l’anima ma il Signore ci aiuta a riprenmdersi calamità” .

E il “grazie” è un’Ave Maria recitata tutti insieme, ma è anche – osserva Francesco – la parola che “piace di più a Gesù”:

“Voglio ringraziare voi per questa visita, per essere venuti qui, per essere venuti anche a ricordare quel brutto momento”.

Ringrazia infine anche i piccoli musicisti dell’orchestra di Rio de Janeiro, che, arrivati così da lontano, gli hanno dedicato canzoni che lo hanno riportato col cuore alla sua patria.