Oratorio: «Una casa che accoglie tutti, una scuola che istruisce, una chiesa in cui si prega, un cortile in cui si condivide»

La bella esperienza del circolo Anspi della parrocchia di San Michele Arcangelo tra calcio e preghiera. Lo sport non viene dunque ridotto alla sola attività fisica, ma inserito in un percorso di formazione del ragazzo.

È a partire dagli anni ‘90 che la parrocchia di San Michele Arcangelo ha progressivamente reso più funzionale e accogliente lo spazio dietro la chiesa. Con il trascorrere del tempo, l’area è stata attrezzata e oggi è un oratorio perfettamente funzionante. «Una casa che accoglie tutti, una scuola che istruisce, una chiesa in cui si prega, un cortile in cui si condivide», ci dice con orgoglio il parroco, mons Benedetto Falcetti, parlando di «uno spazio unico in città, al passo coi tempi», ma anche del suo progetto di un luogo per l’educazione integrale: «Questi principi hanno ispirato tutta l’attività che la parrocchia porta avanti con i ragazzi».

Con un’apertura giornaliera dalle 15 alle 18 di inverno, e dalle 16 alle 20 l’estate, l’oratorio del Borgo prova a rispondere alle esigenze di tutti, puntando a mettere insieme famiglie e bambini nel gioco, nella preghiera e nel rispetto delle regole. Un’area è dedicata ai più piccoli e alle loro mamme. Poi ci sono lo spazio per il pattinaggio il campo di basket e quello da calcetto.

Una struttura che ha spinto Cristian, uno dei genitori presenti in oratorio, a rendersi disponibile per formare dal punto di vista calcistico i ragazzi. «Abbiamo fatto una riunione per parlare dell’indirizzo degli oratori tra i responsabili di ogni parrocchia», ci spiega. «Noi pensiamo di non puntare al solo aspetto sportivo: ci interessa soprattutto quello umano». E poi nell’oratorio si intravede la possibilità di uno snodo anche tra la famiglia e la Chiesa.

Lo sport non viene dunque ridotto alla sola attività fisica, ma inserito in un percorso di formazione del ragazzo. Il che non toglie ai circoli Anspi reatini la soddisfazione di formare veri e propri campioni. Al punto che le squadre di Campoloniano e Regina Pacis, lo scorso anno, sono risultate le più forti a livello nazionale.

Forse è anche per questo che l’appeal dell’oratorio sembra in aumento, pur avendo Rieti tante società sportive. «Non è solo una questione economica, anche se le scuole di calcio non pesano poco sul bilancio delle famiglie degli sportivi in erba», ci dice ancora Cristsian. «Probabilmente è lo spirito a essere vincente. Si creano legami forti, emerge un ambiente bello tra i più grandi e i più piccoli. Il nostro progetto non è tanto quello di far crescere una squadra, quanto delle persone che stanno insieme e si rispettano. Nello sport i valori ci sono, occorre solo coltivarli. Così si cresce anche nella vita».

Un ragionamento che si cerca di portare avanti anche in questo tempo di Quaresima. Perché in un certo senso lo sport può rappresentare una risposta al deserto, alle sofferenze che Gesù ha vissuto per 40 giorni solo, stanco e molto affamato. «L’oratorio è il contrario: non ti lascia mai solo e, se sei stanco, sei sostenuto. Se non cela fai a correre, qualcuno correrà il doppio per te. Nessuno ti abbandona: lo spirito di sacrificio si rivolge al prossimo».