Le opere di Morsani alla città, occorre un progetto

Lo scultore reatino è pronto a donare copie, originali e bozzetti di varie sue realizzazioni

Lo scultore reatino Dino Morsani ha deciso di donare la sua vasta collezione di opere (in copia la maggioranza e altre in originale) e lo farà in vita per partecipare direttamente alla sistemazione di quello che dovrà essere un museo mono–autore.
Si è appreso che da molto tempo il Maestro coltiva questa sua idea, di cui ha fatto partecipe l’assessore comunale
alla Cultura Annamaria Grazia Massimi, con la quale ha compiuto un sopralluogo presso il proprio studio a Terria di Contigliano dove, per ora, sono sistemati i lavori eseguiti durante la sua vita artistica.

Molte sue opere sono disseminate in tutta Italia e in Europa e perfino in Estremo Oriente. Del Maestro reatino hanno ampliato la fama le conferenze tenute nelle università, negli ambienti e negli studi di scultura cosicché sono servite a fare del professor Morsani un artista di caratura internazionale e gloria odierna e futura per quel che riguarda la sua città di origine che è Rieti e in particolare il rione Borgo, ove è nato ed è molto amato.

Il 22 settembre di due anni fa Morsani aprì al grande pubblico le porte del proprio atelier ricevendo con suuccesso autorità, amici che in gioventù furono anche suoi allievi ai tempi in cui era docente di educazione fisica ed ottimo conoscitore dell’anatomia umana, facoltà che possiede con ampiezza e che gli servì quando il proprietario di una delle più importanti gioiellerie cittadine gli commissionò la copia in argento e in altezza naturale di ambedue i Bronzi di Riace. L’importante commissione fu eseguita nei tempi dovuti e dopo la loro presentazione ufficiale in città, il successo fu così ampio che se ne ebbero esiti particolari e ripercussioni favorevoli con nuove richieste di opere sempre più rilevanti.

Più tardi l’Ansa lanciò un’agenzia che informava come la copia di uno dei due Bronzi, raffigurante il guerriero più giovane, era stata esposta a Ito in Giappone e che copie dei celebri Bronzi conservati al Museo di Reggio Calabria figuravano in Grecia dal 2004 nel Palazzo dei Congressi a Tebe. In verità erano state eseguite da Morsani per le Olimpiadi di Atene di quell’anno. Poi si soprassedette e si ripiegò su Tebe, sito di gran prestigio internazionale. La copia che si trova in Giappone – aggiungeva l’agenzia giornalistica – è stata donata nel 1994 dal Comune di Rieti. Essa fa tuttora bella mostra di sé nell’ingresso del nuovo palazzo municipale della città giapponese gemellata con Rieti.

Innanzi alla notizia della possibile donazione di Morsani, ora si tratta di far presto. Sarà necessario reperire un luogo
idoneo, dignitoso e capace di ospitare opere di così enorme importanza e di reperire i fondi necessari, scegliere un esperto all’altezza del compito per disporre i vari capolavori in un museo. Ad esempio, anche le copie dei busti di Pino Dordoni, Adolfo Leoni e Adolfo Consolini, quest’ultima collocata all’Arena di Milano, di Giulio Onesti, posta nella Sala d’onore del Coni, e le copie del busto di Mattia Battistini e dei monumenti raffiguranti san Felice cappuccino (collocato nella nativa Cantalice), san Michele Arcangelo (dinanzi la parrocchiale del Borgo cittadino che gli è intitolata), Marco Terenzio Varrone (l’opera in piazza Oberdan inaugurata nel 1974 dal Capo dello Stato Leone).

E fare in modo di essere per una sola volta tutti d’accordo e non lasciarsi sfuggire l’ennesima occasione di arricchire
il patrimonio artistico cittadino. Insomma, è necessario mettere giù un progetto: ci riusciremo?