Nessuno conosce se stesso se non è tentato

La prima domenica del tempo che ci accompagna alla Pasqua

In questa prima domenica del tempo che ci accompagna alla Pasqua, la liturgia ci propone il tema delle tentazioni per ricordarci, con le parole di Sant’Agostino, che nel pellegrinaggio della nostra vita non possiamo essere esentati dalle prove e il nostro progresso si compie proprio attraverso la tentazione; come scriveva il vescovo di Ippona, nessuno può conoscere se stesso se non è tentato.Nel brano delle tentazioni sono sintetizzare le prove di ogni uomo e donna: la tentazione del denaro, del benessere; del potere; del rapporto con Dio. Di fronte a ogni persona c’è una scelta da compiere, e il grande tentatore è lì pronto ad offrire una strada alternativa, quasi scorciatoia che non richiede obbedienza.

Bella l’immagine che il grande scrittore russo Leone Tolstoj utilizza per descrivere la verità: è come una lanterna nelle mani di un viandante, il quale “non vede ciò che la lanterna non rischiara ancora; non vede neanche la via percorsa e che è già ricaduta nell’oscurità; ma in qualunque luogo si trovi, egli vede ciò che è rischiarato dalla lanterna, ed è sempre libero di scegliere l’uno o l’altro lato della via”. La libertà dell’uomo, scrive ne Il Regno di Dio è in voi, “non consiste nella sua facoltà di agire indipendentemente dal corso della vita e dalle cause che vi influiscono, ma nel potere, riconoscendo e professando la verità che gli è stata rivelata, di divenire libero e felice artigiano dell’opera eterna compiuta da Dio”.
Allora la Quaresima sia un tempo di conversione, per scegliere la strada della sobrietà, dell’essenziale. Quaranta giorni, il tema del deserto, del digiuno. In quei quaranta giorni ecco le tentazioni: “Gesù è ormai pronto per iniziare la sua missione; e poiché essa ha un nemico dichiarato, cioè Satana, Lui lo affronta subito, ‘corpo a corpo’”, come afferma il Papa all’Angelus. Il diavolo, afferma ancora Francesco, cerca di allontanare Gesù dalla sua missione e gli propone “di fare gesti miracolosi – di fare il mago – come trasformare le pietre in pane per saziare la sua fame, e buttarsi giù dalle mura del tempio facendosi salvare dagli angeli. A queste due tentazioni, segue la terza: adorare lui, il diavolo, per avere il dominio sul mondo”. Le false speranze messianiche, come le aveva chiamate qualche anno fa Francesco, per distogliere Gesù dalla via della Croce. Perché la Croce, si era chiesto Benedetto XVI nella Quaresima del 2011. Perché esiste il male, il peccato. Se si elimina Dio dall’orizzonte del mondo non si può parlare di peccato. E piega Papa Ratzinger: “quando si nasconde il sole, spariscono le ombre; l’ombra appare solo se c’è il sole. Così l’eclissi di Dio comporta necessariamente l’eclissi del peccato”.
“Satana vuole distogliere Gesù dalla via dell’obbedienza e dell’umiliazione – perché sa che così, per questa via, il male sarà sconfitto – e portarlo sulla falsa scorciatoia del successo e della gloria”, afferma Francesco parlando dalla finestra dello studio in piazza San Pietro. “Le frecce velenose del diavolo vengono tutte ‘parate’ da Gesù con lo scudo della Parola di Dio che esprime la volontà del Padre”. Di qui l’invito, in questo tempo di Quaresima, a “seguire le orme di Gesù e affrontare il combattimento spirituale contro il Maligno con la forza della Parola di Dio”, che ha la forza “per sconfiggere Satana”. Necessario a questo proposito prendere confidenza con la Bibbia: “leggerla spesso, meditarla, assimilarla”. E qui Francesco sceglie una immagine della vita quotidiana per farci riflettere: “cosa succederebbe se trattassimo la Bibbia come trattiamo il nostro telefono cellulare? Se la portassimo sempre con noi, o almeno il piccolo Vangelo tascabile, cosa succederebbe? Se tornassimo indietro quando la dimentichiamo”. Non dimentichiamo il cellulare, e allora non dimentichiamo nemmeno la Bibbia, dice il Papa: “se la aprissimo diverse volte al giorno; se leggessimo i messaggi di Dio contenuti nella Bibbia come leggiamo i messaggi del telefonino, cosa succederebbe? Paragone paradossale, ma fa riflettere. “In effetti, se avessimo la Parola di Dio sempre nel cuore – dice il Papa – nessuna tentazione potrebbe allontanarci da Dio e nessun ostacolo ci potrebbe far deviare dalla strada del bene”.