Nell’arte contemporanea la testimonianza del sisma e della ricostruzione

Donata alla parrocchia di Amatrice un'opera d’arte sacra di soggetto mariano realizzata da Ettore Frani, grazie all’iniziativa promossa da “Devotio”, la manifestazione fieristica sui prodotti e i servizi per il mondo religioso che si svolge a Bologna.

(da andareoltre.org) Sono tanti i beni culturali salvati dal terremoto ad Amatrice e Accumoli: innumerevoli testimonianze della fede e della storia della comunità e della Chiesa che hanno vissuto nel territorio durante i secoli. Opere d’arte al momento conservate nei depositi disposti dal MiBact d’intesa con la diocesi di Rieti, in attesa che la ricostruzione le possa restituire ai luoghi d’origine.

Una collezione che da ieri si è arricchita di una nuova opera, dipinta a olio in due tavole, intitolata “Miriam, porta del cielo”, creata dall’artista di origini molisane Ettore Frani e donata alla parrocchia di Amatrice grazie all’iniziativa promossa da “Devotio”, la manifestazione fieristica sui prodotti e i servizi per il mondo religioso che si svolge a Bologna.

L’opera è stata infatti realizzata nell’ambito dei “Percorsi di riavvicinamento tra artisti contemporanei a confronto con il mistero cristiano”, ideati dal Comitato scientifico di “Devotio”, e fa il paio con un secondo lavoro intitolato “Odigitria”, realizzato dalla milanese Daniela Novello, presentato anch’esso ad Amatrice, ma destinato a Pescara del Tronto.

«Noi oggi abbiamo la responsabilità e il dovere di continuare a raccontare anche attraverso l’arte la presenza della Chiesa, quindi è molto bello che delle opere contemporanee possano essere collocate in questa Casa della Comunità», ha spiegato durante la sobria cerimonia di consegna mons. Stefano Russo, vescovo di Fabriano, coordinatore delle diocesi terremotate marchigiane e già direttore dell’Ufficio Beni Culturali della Cei.

Il vescovo ha spiegato l’importanza per la Chiesa di continuare a generare arte oggi come è sempre stato nel tempo. Le opere salvate dal sisma, infatti, raccontano delle persone che attraverso i decenni hanno frequentato le chiese, sono il frutto del loro tempo. Ed è anche in questo senso che le opere commissionate da Devotio sono “contemporanee”: «sono opere contemporanee all’evento terremoto e saranno testimonianza nel tempo di ciò che è avvenuto tra le persone dal momento in cui c’è stato il sisma. Quando verranno collocate nelle chiese ricostruite saranno la memoria di un fatto importantissimo per la comunità, che per anni ne condizionerà la vita».

E da questo punto di vista, il fatto che Frani e Novello siano stati chiamati a lavorare sul tema mariano assume un sapore speciale: perché la popolazione è molto legata al culto alla Vergine Maria e nella Casa di Comunità di Amatrice le opere di oggi sembrano quasi dialogare con la riproduzione dell’Annunciazione affrescata nella parete crollata della chiesa di Sant’Agostino. Un segno anche della continuità nell’arte di cui ha parlato mons Luigi Aquilini, da pro Vicario Generale del vescovo Domenico, ma anche da parroco di Amatrice e da esperto e custode del patrimonio artistico fiorito tra i Monti della Laga: un tesoro che comprende opere che vanno dal ‘400 al ‘900 che la Chiesa di Rieti intende valorizzare con uno spazio museale da allestire negli spazi dell’istituto “Don Minozzi”, a fianco della Casa del Futuro e del Centro Studi Laudato si’.

«Un qualcosa che accresca e dia stabilità a quanto già visto nella mostra realizzata a Roma, alle Terme di Diocleziano», ha chiarito mons Aquilini, con la speranza che l’arte e la bellezza aiutino a «ricostruire non solo le strade, le case e i palazzi, ma anche la comunità che si riconosceva attorno a queste opere e ai valori che testimoniano».