Necessaria capacità e dichiarazione di nullità del matrimonio

Bob non ha amici e nei due anni di fidanzamento dipende totalmente da Annette. Lei è affascinata dalla possessività di Bob e pensa che sia un tipo tranquillo per natura. Ma subito dopo il matrimonio, il tratto caratteristico dello sposo comincia a divenire inquietante. Spesso diventa violento, sia fisicamente che emotivamente; crede che la moglie lo tradisca continuamente ed è sempre sospettoso, pur senza ragione. Annette comincia a temere per la sua incolumità ed in meno di un anno il matrimonio fallisce. Con la dichiarazione definitiva di divorzio, Bob prende un esaurimento nervoso e viene ricoverato in ospedale. Dopo i dovuti accertamenti gli viene diagnostica la paranoia. Gli esperti individuano l’inizio della malattia nella sua adolescenza, anche se le manifestazioni esplicite si presentano solo dopo il matrimonio. Annette presenta istanza di nullità del matrimonio che viene accolta per mancanza della necessaria capacità di Bob. Lo sposo non era capace di assumere gli obblighi essenziali in quanto soffriva di paranoia.

Una persona, per contrarre matrimonio, deve essere capace. Una persona psicologicamente sana è capace di assumere i normali obblighi del matrimonio; al contrario, una persona non sana non sarà in grado di assumere detti obblighi “per cause di natura psichica”. Perciò, se una persona soffre di una serie di malattie psicologiche non curate o curate male, è incapace di assumere questi obblighi. Le cause di natura psichica che rendono nullo il matrimonio non sono definitivamente fissate, sia perché la scienza su questi temi è in continua evoluzione, sia perché né la legge ecclesiastica né la giurisprudenza ci danno un elenco tassativo al riguardo. Certo è che deve esserci stato un serio problema a livello psicologico presente nel giorno della celebrazione nuziale. Gli esperti nel campo della psicologia hanno individuato una serie di malattie psicologiche come la schizofrenia o la paranoia. Hanno inoltre identificato alcuni disturbi della personalità, quali ad esempio l’antisocialità, il borderline, i disturbi esibizionistici e narcisistici.

E’ importante notare che la presenza di queste malattie non sempre e non necessariamente rende il consenso viziato. Dickens, attraverso il suo personaggio David Copperfield, esprime con un’immagine molto plastica la diversità tra la vita da fidanzati e il matrimonio come realtà. Il suo personaggio racconta il duro colpo che era stato per lui svegliarsi dopo la prima notte di nozze. Non sapeva cosa fare. La sua vita negli anni precedenti era stata incentrata nel costante pensiero per la sua fidanzata, nel vestire accuratamente per farle visita, o nel pensare nella visita che aveva fatto o che doveva fare. All’improvviso, si rese conto che quello non era più necessario, perché bastava dare uno sguardo al suo fianco per rendersi conto che lei era lì, che sempre sarebbe stata lì, che cioè era iniziata una vita totalmente diversa che nessuno di loro sapeva come vivere. Cominciarono i problemi, le incomprensioni, le discussioni, ma anche una lenta integrazione e completamento, imparando l’uno dall’altro. Si rese conto, infine, che doveva iniziare a lottare perché diventasse realtà quello che finora erano stati soltanto progetti e desideri, e questo era possibile soltanto mediante una risposta paziente e generosa di entrambi i coniugi. Il successo del matrimonio non dipende dalla personalità dei contraenti, come se fosse qualcosa che lo determina sin dall’inizio, quasi come elemento di capacità per una vicendevole integrazione, ma dalla risposta personale. È possibile che, se la persona che ora si ritiene incapace avesse trovato un’altra persona con la quale la relazione si sarebbe sviluppata in modo diverso, non avrebbe raggiunto quella situazione di incapacità, ma questo non significa che si possa escludere l’esigenza della prova della incapacità personale di uno o di entrambi i contraenti al momento di celebrare il matrimonio.

Non esiste il matrimonio perfetto, è necessario recuperare una nozione realistica del matrimonio e della persona umana. Il matrimonio è vincolo giuridico nella coniugalità, le persone sono esseri con virtù e difetti, con mancanze concrete e talvolta gravi. Sono queste persone reali quelle che hanno il diritto e la capacità per celebrare il matrimonio.