La montagna oltre il terremoto: Devis Bonanni racconta al Meeting la riscoperta dell’essenziale

La scelta di Devis Bonanni nei tempi in cui viviamo appare decisamente inusuale, a tratti folle. 33 anni, friulano – viene dalla Carnia – si presenta ai ragazzi riuniti a Leonessa sottolinenando la difficoltà di vivere in provincia: “ci ho messo dodici ore di treno per arrivare qui”. Il collegamento con la sua terra, il Friuli, devastata dal terremoto del 1976, e le nostre terre minate da quello del 2016, è quasi immediato. E a fare da filo conduttore è l’amore per i proprio territori, e il desiderio di non abbandonarli, ma anzi valorizzarli. “Si andava in una direzione diversa. Mia nonna era una contadina, e vendette i suoi campi par far studiare mia madre, che difatti ha fatto l’insegnante. Poi sono arrivato io, che ho studiato informatica. In un certo senso ho invertito questo corso tornando a ciò che faceva mia nonna”.

Devis passava otto ore in ufficio come tecnico informatico, eppure dentro di sé sapeva che quella non era la direzione che doveva seguire la sua vita. La scintilla, l’Ora di Denis, quella che gli si accende dentro, nasce dalla lettura di un articolo sulla green economy, e poi con l’Expo 2015, l’esposizione mondiale di Milano che sul tema incentrò tutti gli eventi.

“Oggi si sente tanto parlare di cibo biologico, di prodotti a km 0, in pratica ciò che mia nonna aveva a portata di mano tutti i giorni. Volevo capire se questa ricerca era realmente attuabile oggi, o solamente una chimera”. In un primo tempo Devis ha vissuto “due vite parallele”, tra orto e ufficio. “Mia nonna non la prese bene. Mi guardava dalla finestra mentre lavoravo nei campi e mi insultava. Per lei quel percorso era sbagliato, invertito. Era qualcosa che apparteneva ad un tempo passato, non a quello futuro che io a suo dire dovevo seguire”.

Tra le perplessità dei familiari, tra cui una sorella che vive in una metropoli come Roma e dei conoscenti, Devis rinuncia al frigorifero per la cantina, alla macchina per la bicicletta, al supermercato per l’orto. “Attraverso la terra ho riscoperto il legame con i luoghi in cui sono nato. Odiavo le verdure, ho apprezzato le verdure del mio primo orto. In un certo senso mi sono messo alla prova”.

Devis racconta ai ragazzi la sua giornata insieme alla sua compagna, “che ha lasciato la città per seguirmi in un luogo sperduto di montagna”, di come viva il suo rapporto intimo con la natura, seguendo il suo ritmo: “Spesso sono solo tra i boschi, non amo stare nel caos, nella confusione, del mio tempo ora ho una percezione diversa da quella che avevo quando lavoravo in ufficio”. La riscoperta dell’essenziale passa attraverso i prodotti che coltiva con le sue mani: “io e la mia compagna mettiamo in tavola i tre quarti di ciò che produciamo, per me quella è la vera riscoperta del Friuli, la mia terra”.