Mons. Pompili: accettare il limite per aprire un varco verso il futuro

Affrontando il senso della Quaresima durante la celebrazione del Mercoledì delle Ceneri, il vescovo Domenico ha colto un parallelo tra questo tempo liturgico e «quella “età di mezzo” che segna la vita della donna e dell’uomo tra i 40 e i 65 anni». Una fase «di transizione in cui non si è più giovani e non si è ancora vecchi» nella quale «si alterna frustrazione e delusione, disgusto e stanchezza». L’«età di mezzo» è infatti una fase di bilanci «non sempre vincenti». Eppure si può trovare «un varco verso il futuro, si può aprire a condizione che si accetti il limite, e quello più radicale di tutti che è la morte».

Non voler morire coincide con il non voler vivere. Per questo alcuni provano delle vie di fuga come le droghe, l’intontimento o l’irrigidimento, l’instabilità, la pura esteriorità. Mentre l’uscita di sicurezza resta solo quella di accettare il passare del tempo. E andare verso un di più di generosità, di interiorità, di libertà. Grazie ad un io rinnovato e ad una personalità più spirituale.

Un’apertura alla dimensione della fede sulla quale è valido l’ammonimento del Maestro, che nel Vangelo di Matteo «mette in guardia dalla strumentalizzazione della religione». Ha sintetizzato il vescovo: «L’elemosina, la preghiera e il digiuno non possono essere ridotti ad una pratica esteriore per crescere nella valutazione degli altri, ma sono esclusivamente un’azione interiore che ha rilievo davanti a Dio e serve alla nostra crescita personale».