Mons. Lucarelli: «la differenza tra uomo e donna è ricchezza e vera possibilità di dialogo»

«La società sta procedendo molto velocemente nei cambiamenti, mentre la Chiesa non potrà sottoscriverli acriticamente, senza dire con schiettezza la sua parola che si fonda sia sulla Scrittura, sia su un’antropologia squisitamente umana e dunque non solo religiosa».

Lo ha dichiarato mons. Lucarelli in una intervista pubblicata sul numero di «Frontiera» in edicola dal 3 luglio, parlando del «matrimonio delle persone dello stesso sesso» e di un certo «indifferentismo di genere che non tiene conto della diversità tra maschio e femmina, intesa come ricchezza e vera possibilità di dialogo».

«Non possiamo accettare la visione secondo la quale la diversità tra uomo e donna sia puramente culturale e non invece costitutiva dell’essere umano – ha aggiunto il presule – se si pensa che cesseranno le discriminazioni o le violenze solo perché le differenze di genere non sono considerate più rilevanti si è completamente fuori strada. Anzi aumenterà la confusione e l’incertezza sarà grande».

Secondo mons. Lucarelli, «in mancanza di identità chiare e ben definite aumenteranno le sofferenze e le incomprensioni, ma anche il disordine sociale. Si cerca di creare un pensiero unico, in ordine a questi temi, per cui chi la pensa diversamente viene accusato di “omofobia”. Questa è già una prima conseguenza negativa di questa operazione culturale, che tende ad eliminare la diversità di opinione e a marginalizzare pensieri forti e radicati, poiché considerati dannosi».

La questione – affrontata in un più ampio dialogo raccolto a margine dell’anniversario dei cinquant’anni di sacerdozio – per il vescovo Lucareli «è complessa e forse sottovalutata da molte persone “di buona volontà” che dovrebbero dare il loro apporto qualificato con più coraggio. Mi riferisco a sociologi, psicologi, giuristi, pedagogisti, non solo di estrazione cattolica, quanto piuttosto di area laica, che sono però su questa linea di pensiero».