Migranti, il vescovo: «l’accoglienza produce sempre qualcosa di vitale»

Si è tenuto ieri mattina in Prefettura il Consiglio Territoriale per l’Immigrazione. Presieduta dal prefetto Valter Crudo, l’iniziativa ha visto la partecipazione di molti sindaci dei Comuni della provincia, dell’assessore ai Servizi Sociali del Comune capoluogo e i rappresentanti degli enti che istituzionalmente ne fanno parte.

Il Prefetto ha illustrato ai partecipanti la situazione in provincia dei centri di accoglienza straordinaria (Cas) e degli Sprar (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) e ha preannunciato l’imminente pubblicazione di un nuovo bando di gara europeo che prevede una distribuzione più omogenea dei migranti su tutto il territorio al fine di alleggerire le presenze nel capoluogo e favorire una ospitalità “diffusa”, in grado di agevolare percorsi integrativi più efficaci.

All’incontro è stato presente anche il vescovo Domenico che si è rivolto ai partecipanti a partire dalla vicenda dell’Aquarius. Un passaggio fatto al netto delle «tensioni internazionali che si sono scatenate e poi placate» e della «drammaticità delle condizioni di vita dei 600 in fuga», per uscire «dall’acquario delle polemiche di casa nostra e riaffrontare il tema dell’immigrazione per quello che è: un fenomeno storico costante e un processo umano inevitabile».

Si tratta cioè di «capire come gestire e non subire questa transumanza umana». Una sfida per la quale lo strumento dello Sprar sembra essere una scelta «di buon senso», in grado di corrispondere «all’interesse reciproco che sempre si sprigiona nell’incontro tra diversi: chi arriva e chi accoglie». Perché «l’integrazione reciproca non è solo altruismo, ma consapevolezza che l’accoglienza produce sempre qualcosa di vitale. A condizione che le intenzioni di chi arriva e di chi accoglie siano serie e non legate a interessi particolari».

Secondo il vescovo, infatti, la strategia dello Sprar permette una distribuzione equa dei migranti sul territorio. Favorendo un’accoglienza diffusa, con piccoli numeri, la maggiore diffusione dello Sprar permetterebbe ai Comuni di gestire e non subire il fenomeno migratorio. Anche perché il sistema di accoglienza integrata comprende percorsi di inserimento sociale che evitano il «vagabondare nelle città» dei richiedenti asilo. Lo Sprar consente agli Amministratori locali di gestire in via diretta l’accoglienza con il vantaggio di poterla programmare e organizzare sia nei numeri che nelle modalità, con criteri aderenti ai tratti specifici del territorio, ma anche di ottenere dei benefici economici, come previsto dalla normativa vigente. E in virtù di tali benefici, ha osservato don Domenico, si potrebbe finalmente riuscire a superare la gestione emergenziale e trasformarla in opportunità di crescita economica e culturale, soprattutto per i Comuni che soffrono di un progressivo spopolamento.

All’incontro in Prefettura è stato presente anche un rappresentante dell’Istituto Psicoanalitico per le Ricerche Sociali che, unitamente al Ministero dell’Interno, sta attuando il “Servizio di potenziamento e di supporto alla governance dei Consigli territoriali per l’immigrazione”, cofinanziato dall’Unione Europea. Il progetto prevede l’attivazione, a livello locale, di un Tavolo di monitoraggio dei processi di accoglienza dei flussi non programmati, in modo da poter disporre di uno strumento che non solo consenta un’attività di verifica qualitativa del lavoro svolto, ma che permetta anche di costruire un rapporto di collaborazione tra i vari attori che intervengono a supporto dell’accoglienza.