Messaggio del vescovo di Rieti per il Natale 2011

Rivolgo il mio cordiale pensiero a tutti i fedeli della diocesi di Rieti, mentre la comunità cristiana si appresta a celebrare e a rivivere il mistero della nascita di Gesù nella povertà della nostra natura umana. Un mistero che rivive, a sua volta, nella povertà di tante persone che mancano di beni materiali e che patiscono le conseguenze della crisi economica globale.

Parlare dei grandi valori e degli insegnamenti della fede, quando si può fare poco per i poveri è veramente doloroso per il pastore della diocesi, ma è proprio in questi momenti che la speranza cristiana può aiutarci a vedere più lontano, anche con un po’ di ottimismo e fiducia.

La povertà del nostro tempo non è solo materiale, ma soprattutto spirituale. Abbiamo voluto confinare tra le cose inutili ciò che è immateriale, spirituale, ma al contempo abbiamo reso virtuale, cioè immateriale, ciò che è economico e per sua natura materiale, concreto.

Nel mistero dell’Incarnazione del Verbo ciò che era immateriale è divenuto carne, per fare in modo che l’uomo, che non è solo materia, diventi più spirituale, fino ad elevarsi alle realtà divine.

Questo è il grande messaggio di speranza da condividere con tutti e che deve sottostare alle festività natalizie, che non possono passare invano, senza che ci interroghiamo seriamente sulla nostra vita di fede e sul nostro concreto modo di rapportarci alla realtà quotidiana.

Con questo spirito ho voluto indire uno speciale anno dedicato all’Eucaristia, che è il Pane spirituale che nutre la nostra fame di Dio, non certo per distogliere l’attenzione dai problemi contingenti delle nostre famiglie e dei nostri giovani, che sono problemi materiali e di vita vissuta, ma per ricordare a tutti che solo l’attenzione a ciò che è spirituale ci può seriamente aiutare a risolvere i problemi della vita di ogni giorno.

Noi possiamo comprendere un po’ meglio il mistero dell’Eucaristia proprio a partire dal mistero dell’Incarnazione: come il Figlio di Dio si è incarnato nella natura umana, “assumendo la condizione di servo” – come dice San Paolo – e “condividendo in tutto la nostra natura umana, tranne il peccato”, così Egli è nascosto nel Pane e nel Vino, per rendere concreta e operante la sua continua presenza nella Chiesa e nel cuore dei fedeli.

Carissimi, mentre celebrerò la Messa della Notte di Natale eleverò uno speciale pensiero a quanti sono in difficoltà: ai giovani che cercano la loro strada, agli anziani che sono preoccupati per i loro figli e nipoti e che a volte sperimentano anche un abbandono in molti casi non voluto, o l’inutilità, ma solo apparente, della loro vita; alle famiglie che hanno perso magari l’unica fonte di reddito, ai malati e agli sfiduciati.

Il Signore, che viene a prendere su di Sé la nostra natura umana, ci aiuterà a portare il peso delle nostre fatiche e anche delle nostre infedeltà, purché sappiamo essere sempre disponibili a riconoscere i suoi doni e la sua grande misericordia.

Spesso sentiamo di non essere ben accolti nella società e nel nostro contesto, come per la famiglia di Nazaret non c’era posto nell’albergo. Nella vita terrena spesso è così o sembra così. Ma noi sappiamo che c’è sempre un posto per tutti, nella Chiesa qui in terra e nel Regno di Dio che è la nostra vera e ultima dimora.

Auguro a tutti che il Natale sia ricco di opere di solidarietà e sia una festa dell’accoglienza soprattutto per i poveri e per gli ultimi, che devono essere al centro delle preoccupazioni della Chiesa e delle varie comunità cristiane.

Su tutti invoco i doni spirituali che derivano da una fruttuosa partecipazione all’Eucaristia, con cui possiamo nutrire veramente ed efficacemente il nostro spirito, per le feste ormai prossime, per tutto l’anno 2012 e per tutta la nostra vita.