Lo “strappo” della Pariboni (Pd): per il sindaco siamo una minaccia

Ho da sempre contrastato la proposta di affidare “sperimentalmente” la gestione del mattatoio comunale ad una cooperativa sociale di tipo B per motivi di opportunità politica e per grandi perplessità dal punto di vista procedurale.

Purtroppo, le mie ragioni sono rimaste inascoltate e si è deciso di procedere verso questa soluzione. Sin dal mio insediamento ho ritenuto imprescindibile effettuare un’analisi approfondita del funzionamento della struttura al fine di porre in essere una azione di risanamento della gestione economica finanziaria che non penalizzasse né la qualità del servizio offerto e neppure le professionalità attualmente occupate nella struttura. Una struttura strategica per il nostro territorio, utilizzata da molti allevatori e con un consistente indotto che, soprattutto in questo momento di crisi andrebbe tutelato e potenziato.

La decisione di esternalizzare questo servizio senza il giusto grado di approfondimento e attenzione e con modalità tanto superficiali, da non poterne garantire la qualità e la continuità, non può trovare giustificazione, come sempre, dalla politica di rigore che il piano di rientro ci impone, per la responsabilità politica e amministrativa che abbiamo nei confronti della città. Il senso di responsabilità nei confronti di coloro che oggi operano o utilizzano i servizi del mattatoio imporrebbe lo sforzo di fare una analisi più approfondita dei bilanci di esercizio – che ad oggi risultano notevolmente discordanti tra i vari settori – al fine di praticare politiche di risanamento sicuramente più complesse e faticose che tengano conto della necessità di ridurre e razionalizzare le spese da un lato ma anche quella di salvaguardare il servizio offerto ai cittadini e alle imprese. Resto della convinzione che i margini per questo tipo di operazione ci fossero, se solo ci si fosse adoperati per adottare le azioni necessarie.

Ma sin dall’inizio – continua – è sembrato che l’obiettivo fosse quello di affidare il servizio ad una cooperativa sociale di tipo B, nata con finalità sociali e di recupero al lavoro di soggetti svantaggiati, ma priva delle necessarie professionalità e capacità economico finanziarie, tanto da non garantire nè il fine sociale dell’iniziativa nè la sopravvivenza del mattatoio. E per questo motivo che sarebbe stato più giusto mantenere in capo all’Amministrazione la gestione economico finanziaria del mattatoio affidando taluni servizi strumentali alla Cooperativa sociale volta al recupero di soggetti svantaggiati e altre attività a soggetti capaci di assicurare la continuità e la qualità del servizi di macellazione e di controllo.

Una soluzione equilibrata e meno rischiosa per tutti gli operatori coinvolti che a causa del ‘disimpegno’ del Comune guardano con preoccupazione al futuro e rischiano di dover affrontare l’ennesima crisi occupazionale. Lavoratori e operatori del settore che sono stati posti di fronte alla scelta di subire questa esternalizzazione, nonostante la maggior parte di loro la ritenessero inopportuna ancorché fondata su presupposti sbagliati, pena la chiusura del mattatoio e l’interruzione del servizio. Questa politica non è politica che il partito al quale appartengo ha sempre voluto rappresentare. È per questi motivi e il rispetto che ho del mio ruolo e delle mie convinzioni che non potrò più avere un ruolo di responsabilità sulla gestione del mattatoio.

Continuerò a svolgere con sempre più convinzione il ruolo di assessore alle attività produttive, ma non potrò più sostenere una responsabilità politica diretta sulla gestione del mattatoio almeno fino a quando la Giunta non decida di rivedere le proprie posizioni in merito alla gestione. In nome della cultura democratica e istituzionale da cui provengo e che intendo interpretare, chiedo al mio partito più coraggio e più determinazione, unica forza politica in grado di segnare una differenza di passo, a condizione che ci sia più disponibilità all’ascolto degli alleati di governo, che ho il sospetto, continuano ad essere vissuti dal nostro Sindaco come una minaccia, anziché come una risorsa.