Il libro di don Gianluca Attanasio, “Santa Faustina. La santa della Misericordia”

In un saggio a cura di don Gianluca Attanasio, una chiave di lettura per comprendere la spiritualità della mistica polacca suor Faustina Kowalska

Nell’anno giubilare indetto da papa Francesco, si ripropone, tra i fondamentali supporti per un percorso di fede, il diario di santa Faustina Kowalska, “il più splendido canto alla Divina Misericordia che sia mai stato scritto”. Così lo definisce don Gianluca Attanasio, sacerdote della Fraternità San Carlo Borromeo e attualmente parroco a Torino presso la parrocchia Santa Giulia, nella prefazione al suo libro Santa Faustina. La santa della Misericordia (Edizioni Messaggero, Padova 2015).

Il volume è stato presentato a Napoli presso la Chiesa di Santa Maria Donnaromita, in un incontro che ha visto l’introduzione del giornalista del Mattino Antonio Manzo e l’accompagnamento musicale del soprano Liliana Veropalumbo e del pianista Pasquale Orazzo.

Don Attanasio ha voluto ricordare come, proprio a Napoli, sia nata la sua ultima fatica letteraria, non semplice biografia, ma “chiave di lettura” personale del diario della santa frutto di un’esperienza di crescita umana e spirituale.

“Nel 2014, dopo due anni trascorsi a Napoli, i miei superiori mi hanno comunicato il trasferimento a Torino – ha raccontato l’autore -. La profonda tristezza che ho provato nel lasciare gli amici a me cari, e soprattutto nel sapere del loro dolore per il distacco da me, mi ha spinto ad accostarmi al diario di santa Faustina, oltre mille pagine che ho letto in soli quindici giorni”.

La lettura diventa un incontro che “cambia la vita” del sacerdote: “Nel dialogo con Gesù la santa scopre, infatti, che la sua sofferenza ha un pieno significato, come specchio della passione che Cristo ha avuto per la sofferenza delle anime – ha proseguito -. Ho potuto sentire, allora, che quelle stesse parole erano rivolte a me, e così vedere ciò che santa Faustina ha visto”.

Particolare rilievo assume, per don Attanasio, l’immagine del Risorto con cui Cristo sceglie di manifestarsi alla suora polacca: “Egli ha voluto ricordare che il centro della nostra fede non è la croce, ma la resurrezione. Questo dà a tutti noi, ancor oggi, la speranza di ritrovare il Padre. Il male è proprio la povertà di spirito, cioè la mancanza di certezza nel aldilà, che rende la nostra vita simile ad un faticoso cammino, privo di una meta positiva. Invece – ha ricordato il sacerdote – la certezza che Gesù è risorto rende le difficoltà della vita più lievi, perché ci fa guardare tutto con un’altra prospettiva, la prospettiva dell’aldilà”.

Per acquisire tale consapevolezza, Attanasio ha indicato uno strumento fondamentale nella testimonianza dei santi. “Così è stato per me con santa Faustina, attraverso i cui occhi ho potuto vedere Gesù risorto”, ha sottolineato. “Grazie al suo racconto ho potuto prendere coscienza, ad esempio, di una verità che tante volte dimentichiamo: l’infinita misericordia con cui Cristo dice alla santa: ‘Non ho messo limite alle volte in cui posso perdonare’. Attraverso santa Faustina, Gesù ha voluto esortare tutti noi a non disperare, e a conoscere, attraverso i santi, il mistero di cui abbiamo desiderio”.

Il diario della suora polacca ci insegna come in tale esperienza risieda la vera felicità: “Santa Faustina dice che l’Inferno è assenza di Dio, il Purgatorio è ardente sete di Dio e il Paradiso unione con Dio: se dunque viviamo in unione con Lui, avremo il Paradiso già in questa vita, e, come il Paradiso, il mondo sarà infinito e sempre nuovo. Ma, per far ciò – ha detto Attanasio – dobbiamo confidare nell’immensa misericordia del Padre, che rende ogni piccolo gesto della nostra vita utile per la salvezza delle anime”.

“Così, del resto, visse santa Faustina stessa: la sua esistenza, come noto, fu estremamente semplice, ma offrendo ogni sua azione in unione al sacrificio di Cristo ha vissuto con Lui e salvato innumerevoli anime. La rilettura del suo diario è stata, dunque, per me, l’occasione di riscoprire ciò di cui spesso avevo sentito parlare da don Giussani da ragazzo: il rapporto concreto della santa con l’aldilà, che oggi è diventato tale anche per me”, ha poi concluso l’autore.

(da Valentina Caruso di “Zenit”)