Libertà di parola e di espressione del pensiero a senso unico

Fino a poco tempo fa pensavo che “Dolce e Gabbana” fossero pseudonimi coniati ad arte, non pensavo fossero cognomi, in verità bene accoppiati, che sono diventati un marchio di tutto rispetto; non pensavo neppure che fossero una coppia.

Sono venuti alla ribalta non per qualche nuovo profumo o per qualche abito raffinato, ma perché hanno detto, proprio loro, che la famiglia “tradizionale” è quella vera e che non condividono la pratica dei figli frutto di fecondazione medicalmente assistita. Apriti cielo! Si è scatenato il putiferio, sono stati trattati come appestati, tanto che hanno dovuto chiarire il senso di quanto hanno detto, cioè che si tratta di una posizione personale. Guai a pensare diversamente da quanto pensa l’intellighenzia che si crede accreditata a dire la verità! Si sono dovuti scusare per aver detto che la famiglia naturale e i figli fatti naturalmente sono quantomeno da preferire. Eresia! Si deve pensare che è bello essere gay e che la famiglia etero o omo sono la stessa cosa! Perché tra poco si dovrà pensare che la famiglia omo è migliore di quella etero e che i figli naturali sono una obsolescenza, mentre è meglio fecondare artificialmente.

La famiglia naturale, cioè basata non su una mera tendenza naturale, ma su un dato oggettivo e biologico di natura, che è riconosciuta dalla Costituzione: “Lo Stato riconosce e tutela la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio” è il cuore della società e chi lo pensa e lo dice non deve essere redarguito e deriso.

Su Facebook circola una lettera scritta da sei ragazzi adottati negli Stati Uniti da coppie gay, proprio a Dolce e Gabbana; dovrebbe essere autentica, con tanto di nomi, cognomi, indirizzi e occupazione. Dice pressappoco che per un bambino non è per niente facile accettare due figure uguali e parla del “duro contraccolpo che segue quando la visione dominante dei genitori gay, come universalmente positiva, viene messa in discussione”. E più avanti: “Nessuno riceve attacchi tanto feroci dalla lobby (gay, ndr) come coloro che appartengono alla comunità gay e mettono in discussione le sue politiche: i figli delle coppie gay tanto quanto gli uomini gay che li difendono (come voi due)”, cioè Dolce e Gabbana.

Da restare senza parole. L’operazione culturale che si va facendo è chiara. È vietato pensare diversamente.

Un’operazione molto chiara che si va facendo strada anche in quegli ambienti ecclesiali dove non si accettano le argomentazioni di chi pensa diversamente, di chi fa pensare, riflettere, giudicare.

Che direbbe l’anonimo estensore di una tavoletta cuneiforme di 4000 anni fa, che incise queste parole: “di questo passo, dove andremo a finire?”