«L’albero e il giardino»: la Laudato si’ letta da Andrea Paolucci

Ci sarà “la” lettura della Laudato si’, ma anche “una” lettura dell’enciclica il prossimo 19 dicembre a Rieti. La lettera di Papa Francesco sarà infatti spiegata da Andrea Paolucci, persona autistica del Centro Sant’Eusanio, attraverso la voce di Paolo Fosso sulle musiche di Roberto Tiberti.

«Dopo aver letto l’enciclica Laudato si’ – ci spiega il padre Virgilio – Andrea ha commentato così: “Dio può fare un albero, l’uomo un giardino”. È sembrata una buona sintesi dell’enciclica, emozionante ed esaustiva. E a Franco Colangeli, che di Andrea è stato insegnante negli anni della scuola media, è venuta l’idea della “lettura”. La Laudato si’ mi ha colpito profondamente e penso che debbano leggerla, conoscerla, avvicinarsi in tanti».

Ai lettori sarà affidata una sintesi dei capitoli del documento. A leggere saranno sia figure istituzionali che gli abitanti del quartiere Porta d’Arce. I nomi sono quelli di Anna Corbi, Antonio Valentini, Domenico Pompili, Enrica Rinalduzzi, Gianni Letta, Laura Ficorilli, Marco Tarquini, Marino Porcelli, Virgilio Nunzio Paolucci, Roberta Simeoni, Robert Sumanaru e Stefania Mariantoni.

«Saremo tutti al servizio dell’enciclica di Papa Francesco – prosegue Virgilio – cercheremo semplicemente di condividere il suo pensiero, anche se nelle sintesi preparate da Paolo Fosso, che a sua volta “presterà” la voce ai commenti di Andrea. Essendo autistico riesce a comunicare solo tramite la tastiera del proprio computer, e sull’enciclica ha lavorato molto».

L’iniziativa prevende anche un inserto a cura di Federica Scappa e Umberto Caraccia del Teatro Alchemico con il loro bambino Yuri…

Sì, rappresenteranno la natività, visto che si avvicina il Natale, per dare l’idea di un annuncio di futuro, una prospettiva a quelli cui lasceremo la casa comune.

Questa iniziativa è anche l’occasione per fare il punto sul Centro Sant’Eusanio?

La lettura della Laudato si’ è un’idea di cui siamo convintissimi, ma ovviamente si intreccia anche alla necessità di promuovere e sostenere il Centro. Ovviamente cerchiamo anche di dare una qualche visibilità anche ai problemi dei nostri ospiti. Ma c’è dell’altro: queste iniziative servono a disporre il Centro Sant’Eusanio come uno spazio aperto, come una realtà osmotica, che esce sul quartiere e sulla la città e lascia che quartiere e città entrino.

A proposito di quartiere: com’è il rapporto con vicini e parrocchia?

Il quartiere di Porta D’Arce c’è di grande aiuto. Dopo qualche minima diffidenza iniziale ci ha accolto e sostenuto moltissimo. E sentiamo sempre l’attenzione della parrocchia e della diocesi e anche quella del Comune.

Quindi se dovessi fare un bilancio dei primi tre anni di attività?

Direi che è molto positivo. Mettiamo tutto l’impegno possibile nell’attività che svolgiamo con i ragazzi. L’obiettivo è di porte il Centro ad essere prima una struttura semi-residenziale e poi, fra qualche anno, residenziale. Ci richiede fatica, un dispendio di energie ed anche un notevole impegno economico. Cerchiamo di fare fronte anche attraverso tutta una serie di servizi collaterali. Ma posso però dire che ho incontrato tante persone che hanno messo il cuore nel progetto e a tutt’oggi, molti degli operatori, pur essendo preparatissimi, svolgono la loro attività in modo volontario.