«La vedovella» degli “Amici Cantaliciani”: le foto dietro le quinte

Era il 1978 quando nel borgo di Cantalice tre amici decisero di dare vita ad una compagnia teatrale amatoriale: fu così, un po’ per passione, un po’ per goliardia, che nacque il gruppo teatrale. L’intento del gruppo, rimasto invariato a quarant’anni esatti dalla sua costituzione, rimane quello di divertire divertendosi, attraverso la tradizione del vernacolo cantaliciano e tramite momenti di aggregazione e di condivisione di una passione comune. In questi quattro decenni il gruppo ha realizzato diverse commedie in vernacolo scritte e dirette da uno dei fondatori, Aldo Patacchiola.

Spettacoli rappresentati in tutto il centro Italia spaziando tra le province di Rieti, Terni, Roma e L’Aquila, e la partecipazione a varie rassegne di teatro dialettale durante le quali il gruppo ha saputo riscuotere ottimi consensi. Attualmente la formazione è di 15 elementi, e vede da qualche anno la presenza anche di giovanissimi attori. Proprio in concomitanza con l’importante anniversario, nel fine settimana del 24 e 25 marzo la compagnia è tornata a calcare il palcoscenico del teatro Flavio Vespasiano con la commedia “La vedovella”.

La vicenda è ambientata storicamente intorno alla metà del secolo scorso, anni in cui le uniche risorse del territorio reatino erano l’agricoltura e la pastorizia. L’unica industria presente al tempo era la Snia Viscosa, dove alcune persone, le più fortunate, trovarono un porto sicuro che consentiva una certa tranquillità economica alle proprie famiglie. L’unico luogo di ritrovo e di divertimento era l’osteria, dove gli uomini socializzavano giocando a carte, a morra, o discutendo di sport o di politica: sarà in questo contesto che emergerà la storia di Teresa: una vedova che sente impellente il bisogno di avere accanto a sé un uomo e per questo suscita la gelosia delle donne del vicinato. Pretesti, equivoci e battibecchi popolari che forniranno ottimi spuinti per strappare qualche risata al pubblico.

Foto di Massimo Renzi