“La realtà è più importante dell’idea”: approvato il Documento assembleare di Azione Cattolica per il prossimo triennio

Un documento che «racchiude in sé diverse sollecitazioni, prime fra tutte quelle dei documenti assembleari precedenti che hanno innescato processi da seguire e indirizzare perché portino frutto, quelle emerse dall’incontro pastorale diocesano e quelle provenienti dall’AC nazionale. Quanto riportato è il risultato di un lavoro svolto nei gruppi e nelle parrocchie durante l’anno assembleare rispondendo con convinzione all’indicazione del centro nazionale a seguire la linea tracciata da papa Francesco e dalla Chiesa italiana che, nello scorso Convegno nazionale ecclesiale di Firenze, ha riproposto con forza lo stile della sinodalità. Una sinodalità sviluppata nell’unitarietà: per questo, anche i giovanissimi oltre ai giovani e agli adulti, hanno sviluppato un proprio speciale cammino assembleare».

Così la premessa che – dopo un commento introduttivo relativo all’icona evangelica di riferimento – apre il documento assembleare approvato domenica dai delegati riuniti alla casa Buon Pastore per l’assemblea elettiva triennale dell’Azione Cattolica.

Il documento sintetizza, attraverso le sollecitazioni della Evangelii gaudium di papa Francesco, le scelte fondamentali che ispireranno il cammino dell’AC reatina di qui al 2020. Così, per “La realtà è più importante dell’idea” si è sviluppata la riflessione sull’attenzione al contesto concreto in cui si vive; “Il tempo è superiore allo spazio” suggerisce quella sui processi che è necessario innescare, mentre “Il tutto è superiore alla parte” invita a interrogarsi su quale AC deve essere costruita in modo che non sia riduttivo ma davvero “poliedrico”. Infine, per “L’unità prevale sul conflitto”, la ricerca su quali “alleanze”, come associazione, saper costruire: quelle da “consolidare”, quelle da “intercettare”, quelle “trasversali”.

Da parte del vescovo Pompili, che, dopo l’input iniziale offerto con la sua meditazione nella preghiera di apertura, ha nuovamente raggiunto i lavori dell’assemblea per il dibattito in plenaria – per presiedere poi, alla fine, la concelebrazione eucaristica nella vicina chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista –, alcune sottolineature di carattere pastorale, tra cui l’insistenza a un percorso di formazione “diffusa” che tenga ben presente la scelta di riorganizzare, attraverso le zone pastorali, il territorio diocesano per aree socialmente omogenee. E poi l’insistenza su una formazione che «non è un laboratorio lunghissimo finito il quale si vada “all’attacco”, ma un imparare facendo, ovviamente senza fretta, attraverso percorsi formativi che siano di qualità e “interconnessi”».