La Polverini ci ha lasciato…

… Ma abbiamo poco da sperare in meglio

L’epilogo della giunta Polverini non si è fatto troppo attendere con grande soddisfazione di molti, anche se ha provato in tutti i modi a restare a galla.

Sono troppe e vergognose le tessere di un mosaico incolore e freddo di un malaffare diffuso, antico, non certo attribuibile solo a questa Giunta che non c’è più.

La prima vergogna è data dall’eccessiva retribuzione di gente che combina molto poco e comunque non fa tanto di più di quello che fanno i comuni mortali; l’altra è che politici, di cui molti cattolici (che si vergognino), hanno perfino falsificato fatture e ricevute per rubare (non esistono altri termini) risorse pubbliche, in un momento di grave crisi per tutti.

Ma qui non è solo colpa loro e di quelli che li hanno votati; qui è colpa di un controllo che avrebbe dovuto esserci da parte dell’opinione pubblica, della stampa e da una mancanza di formazione da parte della Chiesa ormai da lungo tempo su questo specifico punto.

Fino ad ora si è troppo posto l’accento sui peccati personali, sulle scappatelle coniugali, sul dovere di partecipare alla Messa della domenica, sulla necessità di abolire la bestemmia, giustamente, per carità, ma molto poco si è parlato dell’obbligo di amministrare con oculatezza i beni di tutti, e del fatto che è peccato grave rubare le risorse pubbliche esattamente come scassinare una banca.

Si sono troppo incensati i politici, anche da parte della Chiesa, certamente per dovere istituzionale e per una corretta etichetta fra sfere diverse, che si sapeva stavano sperperando soldi della collettività.

Non se ne abbiano a male coloro che hanno anche volantinato all’interno delle parrocchie per far votare questo o quel furfante, che una volta seduto sul seggio ha fatto man bassa di ricchezze pubbliche, affamando padri e madri di famiglia.

È ora che anche la Chiesa cominci ad appellare questi loschi individui con il termine più appropriato: ladri in malafede e impenitenti.

Mentre le fabbriche, anche quelle del nostro territorio, chiudono e la gente va a casa, mentre chiudono reparti degli ospedali, perché la nostra povera Regione Lazio non ha i soldi per pagare medici e infermieri, cosa fanno i nostri consiglieri regionali? Festini in cui si mascherano da porci: ma ce n’era veramente bisogno? Servivano veramente quelle maschere? Pensavano che non li avremmo riconosciuti?

Dopo il danno pure la beffa: consapevoli della loro vera natura hanno voluto vestire i panni più consoni al loro alto ufficio.

Non siamo certo in lutto per la loro dipartita; ma neppure loro, perché prenderanno le loro belle indennità. Non sappiamo come saranno i prossimi, ma abbiamo poco da sperare nel meglio, perché gente di malaffare sarà pronta ad ingozzarsi fino alla nausea.

Se in Italia non avessimo avuto costoro e tutti i ladri di risorse pubbliche, saremmo un Paese ricco, altro che crisi.

Dobbiamo ribellarci contro questa gentucola non votandola più. Riposino in pace? Sì, ma in galera che è meglio.