La misericordia nella piccolezza. Festa del Perdono al Faggio san Francesco

Per la festa del Perdono di Assisi è stata celebrata una delle tre messe annuali nella piccola chiesa al Faggio di San Francesco. Le altre due occasioni il 15 agosto e il 4 ottobre

Ogni anno, il 2 agosto nella nostra terra reatina e francescana è un giorno speciale. Tutta la Chiesa celebra il “Perdono di Assisi”. All’origine di questa “festa del perdono” c’è un episodio della vita di san Francesco. Una notte del 1216 egli era immerso nella preghiera alla Porziuncola. All’improvviso fu avvolto da una luce fortissima e vide sopra l’altare il Cristo con alla sua destra la Madonna e gli angeli. Gli chiesero che cosa desiderasse per la salvezza delle anime. La risposta fu immediata:

«Santissimo Padre, benché io sia misero e peccatore, ti prego di concedere ampio e generoso perdono».

Nell’Anno giubilare della Misericordia questo giorno ha un sapore speciale. Per questo motivo tante parrocchie della diocesi hanno organizzato processioni, pellegrinaggi e sante messe nei luoghi francescani della nostra Chiesa reatina. Tra queste la celebrazione eucaristica celebrata nel santuario del Faggio di San Francesco a Cepparo di Rivodutri. In questa piccola chiesetta, con il parroco don Pietro Janik, si sono riuniti parrocchiani e pellegrini delle parrocchie vicine. Prima della messa c’è stata la possibilità di confessarsi e tante persone hanno approfittato di questa opportunità.
All’inizio della liturgia, don Pietro ha spiegato in breve il significato del Perdono di Assisi e invitato tutti alla celebrazione presieduta da padre Tomasz Chlebowski, che sulla base della Parola e in particolare della Lettera di san Paolo ai Gàlati, nell’omelia ha sottolineato che «san Francesco d’Assisi, uomo pieno di gioia, conosceva anche il dolore: attraverso le sue stimmate e le sue malattie. Conosceva e viveva queste sofferenze con la certezza della presenza di Cristo nella sua debolezza. Era un uomo umile, piccolo. “Beati i poveri di spirito!”: sono loro che hanno il cuore aperto agli altri. Ce lo ricorda spesso papa Francesco. Con i suoi gesti e con le sue parole ci insegna che la piccolezza divina consiste nel chinarsi davanti a un povero».

Ma «come è difficile lodare Dio nelle nostre ferite!». Eppure «san Francesco ci insegna che è possibile! Perché chi vive nella vicinanza di Dio sperimenta che il giogo del Signore è dolce e il suo carico leggero. Non siamo soli, con noi il c’è Cristo, sofferente e morto per tutti noi. Dio ci ha dato il suo aiuto attraverso la Chiesa, per vivere nella piccolezza divina. San Francesco pregava Dio proprio per questo grande dono».

Più avanti nella chiesetta ha risuonato il testo del Cantico delle Creature di san Francesco. La benedizione solenne e il bacio delle reliquie hanno concluso la messa celebrata nelle vicinanze del faggio che, al momento opportuno, fece da ombrello al Poverello d’Assisi.