La gioia che non ti aspetti

È quando meno te lo aspetti che nella tua vita di fede si illumina un mondo nuovo e si schiudono orizzonti inaspettati. Poche domeniche fa, si è celebrato in parrocchia un battesimo. Grazie a Dio è un evento frequente, vista l’estensione del quartiere e l’elevato numero di coppie giovani.

C’è una adeguata preparazione, sia ai genitori che ai padrini, nella quale si affronta il sacramento sia nel suo valore teologico, sia nella valenza spirituale e materiale. Una dimensione che convolge la vita familiare e il futuro del battezzato.

In questi incontri si può anche valutare il livello di propensione, il desiderio e la fede dei genitori. Capita che qualcuno viva l’evento solo perché va fatto, o che preferisca farlo al di fuori della celebrazione Eucaristica, perdendo nella propria persona l’immenso valore spirituale del sacramento che ci inserisce a pieno titolo nel Popolo di Dio.

Ma il Signore non si nega mai e i frutti delle conversioni sono nelle sue mani. In questa domenica che non dimenticherò mai, al termine del battesimo, mentre si lasciava il fonte battesimale, ho sentito il padre della bambina appena battezzata, sussurrarle: «Benvenuta».

Mi sono volto indietro e ho visto il sole negli occhi di questo giovane padre. Con una semplice parola ha condensato tutta la sacralità del Battesimo. Quanta gioia c’è nella nascita di un figlio, quanto sconvolgimento di fronte a un orizzonte di vita che cambia radicalmente: da quel momento la tua vita è legata a quel minuscolo dono che ti è affidato e ogni sospiro, ogni sorrisetto entrano dentro il tuo essere. È quello il momento in cui si loda il Signore del grande dono ricevuto e si cerca il suo aiuto per la missione che ti viene affidata.

Sicuramente, già alla nascita, quel benvenuto pieno di carezze c’è già stato, ma la gioia di questo padre è stata più grande quando la sua bambina, tramite il sacramento del Battesimo è diventata parte del Popolo di Dio, è diventata figlia di Dio, erede e coerede, come Gesù, del suo Regno.

È sicuramente così per tutti i genitori il coinvolgimento nel primo sacramento che ricevono i loro figli e anche chi non lo esprime con le parole lo sente dentro di sé. Ma è stato infinitamente bello per me ascoltare quella parola.

E mi torna in mente un’altro episodio di due anni fa, quando il bambino di tre anni, di madre americana e padre nostro concittadino, dopo aver ricevuto il sacramento è venuto in sacrestia e in uno stentato italiano, mi ha detto «grazie». In quel momento non sapevo se ero in cielo o in terra, talmente è stata forte l’emozione che ho avuto. La stessa emozione che mi ha regalato il giovane padre.