La Fiaccola della pace benedetta da papa Francesco ha fatto tappa a Amatrice

Ieri sera la fiamma ha raggiunto Amatrice, accolta dal parroco don Savino D’Amelio, dalle suore dell’istituto don Minozzi, da un piccolo gruppo di cittadini.

È un segno di speranza la fiaccola benedetta da Bergoglio che passa nelle zone terremotate.

Era successo già nel 1998, poi nel 2009. Il Pellegrinaggio a piedi Macerata-Loreto ricorda anche quest’anno, dopo il terremoto del 1997 nell’Umbria e nelle Marche e quello del 2009 a L’Aquila in Abruzzo, il sisma dell’agosto e ottobre 2016, con il passaggio della Fiaccola della pace, benedetta mercoledì scorso da papa Francesco in Piazza San Pietro dopo l’udienza generale, nelle terre devastate dal sisma.

Ieri sera la fiamma ha raggiunto Amatrice, accolta dal parroco don Savino D’Amelio, dalle suore dell’istituto don Minozzi, da un piccolo gruppo di cittadini. Dopo aver attraversato i boschi dell’amatriciano, la fiaccola è stata sistemata nella Casa di Comunità “Sant’Agostino”, struttura polifunzionale costruita dalla Caritas, all’interno della quale i podisti hanno trovato la piacevole sorpresa di un simulacro della Madonna di Loreto, da poco donato alla parrocchia.

E rivolgendo la parola ai podisti durante la messa, don Savino ha ricordato come la pace e l’amore sono i protagonisti di un binomio inscindibile. Quando manca uno dei due elementi, infatti, viene meno anche l’altro. Dopo il saluto del sindaco Sergio Pirozzi e la cena, il gruppo di atleti ha ripreso il cammino alla volta di Norcia.

Il passaggio della Fiaccola della pace è un segno di speranza in mezzo alla gente, che chiede solo di rialzare la testa e pensare concretamente alla ricostruzione. Delle case e dell’umano. Di quell’umano che il Pellegrinaggio vuole abbracciare non con un gesto simbolico o folcloristico, ma con un segno fisico di vicinanza e di preghiera, perché la fiaccola, portata a turno da una trentina di podisti provenienti da varie regioni d’Italia, intende rappresentare quella luce accesa che arde e non si spegne e che vuole spazzare le paure ed i dubbi del buio incessante.

300 chilometri di percorso tra Lazio, Umbria e Marche fino all’arrivo allo stadio “Helvia Recina” di Macerata, dove sarà acceso il tripode posto in mezzo al campo prima della celebrazione della Messa.

È prevista anche una testimonianza all’inizio del cammino, ovvero quando il serpentone umano sul fare della notte si dirigerà verso l’hinterland delle campagne marchigiane, con le parole del vescovo di Rieti, Domenico Pompili, da sempre vicino alla sua gente dopo le terribili scosse dell’agosto scorso che hanno distrutto Amatrice, Accumoli ed altri piccoli centri del reatino.

Terremotati nel cuore, ma questa 39esima edizione è dedicata anche, con intenzioni particolari, a chi vive situazioni difficili per la guerra, ai migranti, ai cristiani perseguitati ed ai giovani. Perché non si dimentica che questo cammino notturno è nato quasi 40 anni fa per volontà del vescovo emerito di Fabriano-Matelica, Giancarlo Vecerrica, come gesto di ringraziamento degli studenti alla fine dell’anno scolastico.