La febbre del sabato sera

“Senza parole” vs “Amici”: sfida ad alto tasso di sentimentalismo

La De Filippi non è più l’unica confidente intima del sabato sera. Da un paio di settimane a farle concorrenza è sbucata Antonella Clerici, regina dei fornelli della “Prova del cuoco”. Le due si sfidano nella serata più ambita mettendo in campo rispettivamente la rodatissima proposta di “Amici” (Canale 5) e la new entry “Senza parole” (Rai1).

Siamo in pieno emotainment, neo-genere costruito sul sapiente – e spesso cinico – incrocio fra “emotion” e “entertainment”. Ovvero: emozioni, passioni e sentimenti utilizzati per divertire, intrattenere e fare spettacolo su qualunque cosa e su chiunque. Giusto o sbagliato che sia, ormai ci siamo abituati. Il piccolo schermo da anni pullula di persone che non vedono l’ora di andare a raccontare al vasto pubblico televisivo i fatti propri, anche quelli più privati. Si tratti di affetti, relazioni da riallacciare, tragedie, storie personali o intimità esibita poco cambia: a quanto pare ciò che importa è esserci, farsi sentire e farsi vedere. Le citate signore del video non aspettano altro che di poter intervistare un cuore infranto o un aspirante protagonista del mondo dello spettacolo con la disinvoltura tipica di chi è in qualche modo abituato a farsi gli affari altrui.

Con il titolo del nuovo programma, la Clerici dichiara un obiettivo che non sarebbe nemmeno del tutto consono a una proposta costruita per “intrattenere”: lasciare lo spettatore letteralmente senza parole, come quando si resta sorpresi o attoniti per qualcosa di molto grave o di molto sconvolgente. I protagonisti sono figli che le cantano ai padri, fidanzati pronti a chiedere in spose le fidanzate a sorpresa, nuore che ce l’hanno con le suocere, lavoratori pieni di livore nei confronti dei loro capi. La dinamica della trasmissione, fatte le debite proporzioni, è molto simile a quella di “C’è posta per te” (Canale 5), altro cavallo di battaglia della De Filippi. Il destinatario della sorpresa è rinchiuso dentro una grande sfera posta al centro dello studio, finché il mittente non finisce di raccontare la sua storia.

È evidente l’analogia formale con il programma della De Filippi, in cui il destinatario che ha accettato l’invito è dietro la mega-busta che divide in due lo studio. L’idea centrale non è originale: raccontare quella particolare storia, quello specifico momento, quella precisa emozione concreta, a beneficio del voyeurismo del pubblico e della sempre più spiccata tendenza di noi spettatori a entrare negli affari degli altri. I quali “altri”, dal canto loro, lasciano volentieri la porta aperta – anzi spalancata – alla curiosità de grande pubblico, forse perché non disdegnano di mettersi in mostra o forse perché in fondo credono davvero di poter trovare ascolto e comprensione soltanto fra le braccia della Clerici e sotto gli occhi di milioni di spettatori.

I dadi di ascolto delle prime due puntate hanno premiato la rodata De Filippi, attestando che agli occhi degli spettatori nostrani il nuovo programma di Rai1 è ancora poco maturo e che la Antonella nazionale non appare propriamente a suo agio nei panni della “psicoterapeuta delle emozioni”. La conduttrice mostra un che di artefatto perfino quando si mette a piangere pure lei durante l’esibizione di Ginevra, la figlia di Francesco Nuti, che dedica al padre una canzone per i suoi 60 anni compiuti recentemente.

Anche il ritmo di “Senza parole” è meno intenso di quello di “C’è posta per te” (fonte indiretta) e, naturalmente, di “Amici” (concorrente diretto). Al “talent show” di Canale 5, che presuppone comunque qualche abilità artistica da parte dei concorrenti, mamma Rai risponde con un programma che finisce per essere l’ennesimo “emo-show”, ovvero lo spettacolo dei (o sui, se si preferisce) sentimenti profondi altrui. Fortunatamente il palinsesto del sabato sera offre valide alternative.