La Chiesa di Rieti costruirà ad Amatrice la “Casa del Futuro”

Una “Casa del Futuro”. Questo il progetto più ambizioso della Chiesa di Rieti per le zone terremotate. Sarà un centro pastorale nel quale accogliere i gruppi parrocchiali, gli scout, le famiglie. A fondamento dell’impresa c’è la volontà di non disperdere la lunga esperienza di campi scuola e accoglienza diffusa nelle tante frazioni comprese nel cratere sismico, ma superando l’idea di ricostruire tutto «com’era e dov’era».

Perché la Chiesa sa bene che occorre tenere in considerazione il cambiamento intercorso negli anni. Ricostruire «dov’era» è saggio perché non si consuma ulteriore territorio. Non si può, invece, ricostruire semplicemente «com’era», perché la società è diversa e gli stili di vita sono cambiati. Anche dal punto di vista pastorale, dunque, vanno tenute presenti le nuove esigenze sociali ed economiche delle popolazioni che risiedono tra le montagne di Accumoli e Amatrice; i bisogni di chi raggiunge quei luoghi da fuori; le prospettive delle aziende, legate a filo diretto alle popolazioni.

Un contesto in cui la “Casa del Futuro” si inserisce come snodo fondamentale per «chiunque voglia fare esperienza di Dio tra le nostre montagne». A spiegarlo è il vescovo Domenico che nel pomeriggio ha discusso il progetto nelle sale del palazzo papale di Rieti con il commissario per la ricostruzione Vasco Errani, il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi, l’assessore regionale Fabio Refrigeri e padre Antonio Giura, generale dei Discepoli di don Minozzi. La nuova struttura verrà infatti realizzata all’interno del complesso dell’Opera Nazionale per il Mezzogiorno d’Italia fondata dal sacerdote amatriciano. L’insieme area è destinata a divenire uno snodo centrale per tutto il territorio coinvolto dal sisma, e con l’intervento pensato dalla diocesi si riuscirà a tenere viva la sua vocazione originaria di luogo di accoglienza per i giovani e di sostegno sociale.

Nell’attesa che tutto prenda forma, fra poco più di una settimana ad Amatrice avrà luogo il Meeting dei Giovani promosso dalla diocesi. Perché la Chiesa non può certo restare in attesa. E i giovani che dal 6 all’8 di gennaio saranno tra le macerie a discutere dell’amore, della “Casa del Futuro” sono la prima pietra.