La Brexit e la contraddizione europea

Lascia sgomenti il responso delle urne al referendum del Regno Unito sulla Brexit. Dopo un testa a testa costante, con continui ribaltamenti di fronte, ha vinto il Leave sul Remain e la Gran Bretagna scivola fuori dalla Ue. Non resta che disporsi ai lunghi negoziati che porteranno a formalizzare l’uscita. Il premier Cameron ha già annunciato che lascerà il governo fra tre mesi: a trattare con l’Unione dovrà essere un nuovo governo.

E sarà davvero uno scenario inedito quello di un’Europa senza Regno Unito. Giustamente si parla di un passo indietro rispetto a una integrazione del continente che invece sembra sempre più necessaria. Ma in molti paesi gli “euroscettici” sono pronti a cavalcare l’effetto domino. Eppure, a partire dalla fine della seconda guerra mondiale, grandi sforzi delle migliori intelligenze sono stati spesi per costruire un’Europa unita e pacificata. Viene allora da chiedersi quale sia la forza che sta mettendo in discussione questa prospettiva.

A voler tentare un approccio su grandi linee, si potrebbe dire che a spaccare l’Unione è la contraddizione tra capitalismo e democrazia. Non a caso la prima preoccupazione nel continente è la ripercussione sui mercati finanziari delle scelte elettorali. Mentre i cittadini europei negli ultimi decenni hanno visto allargarsi la forbice sociale, assottigliare la classe media, crescere il numero dei poveri, distruggere una dopo l’altra le conquiste dei lavoratori. Una deriva che si accompagna alla percezione di un’Unione europea opaca e governata da una élite che, come è accaduto in Grecia, non si fa problemi ad aggirare la volontà popolare.

Più difficile fare lo stesso con la Gran Bretagna. E allora oggi si apre una fase di grande incertezza. Al netto di populismi, equivoci e paure varie, il referendum sulla Brexit dimostra che il processo di unificazione europea non è ineluttabile. L’esito dipenderà dalle scelte future: si tenterà ancora di imporre il modello attuale o si darà ascolto all’idea di un’Europa diversa, nella quale la centralità della persona andrà a scalzare quella della finanza?