Jobs Act, Filippi (Cgil): riforma a tutele de-crescenti

La Legge delega n° 183, più nota come Jobs-Act, è stata approvata il 24 dicembre 2014 e contiene 5 deleghe al Governo su temi importanti come il riordino delle forme contrattuali che, secondo la propaganda del Governo, avrebbe cancellato le forme di lavoro precario; in realtà non è assolutamente così.

Vengono soppresse (in parte) solo i co.co.pro. e l’associazione in partecipazione, mentre permangono le forme ibride di lavoro autonomo e finte partite Iva, il lavoro a somministrazione, il lavoro a chiamata, rimane sostanzialmente invariata la disciplina del lavoro a termine e viene pericolosamente potenziato il lavoro accessorio (Vaucher!).

Il Contratto di lavoro a Tempo Indeterminato a tutele crescenti rappresenta una delle principali novità e forse la più iniqua, infatti d’ora in avanti questa diventa la tipologia di contratto di lavoro “standard” a tempo indeterminato e verrà applicato a tutti i nuovi assunti e a tutte le aziende con meno di 15 dipendenti.

Per i nuovi assunti viene quindi cancellato l’Articolo 18; la reintegra in caso di licenziamento illegittimo diventa una fattispecie assolutamente residuale ed eccezionale limitata solo a tre casi: licenziamento nullo (es. verbale); licenziamento discriminatorio (es. per motivi razziali, religiosi, diverso orientamento sessuale o per genere); licenziamento disciplinare, solo se il fatto contestato non sussiste (es. un banale ritardo o altro lieve fatto contestato potrebbe essere sufficiente per un licenziamento).

In tutti gli altri casi la tutela è solo di tipo risarcitorio pari a 2 mensilità per ogni anno di anzianità, da un minimo di 4 ad un massimo di 24 mensilità.

La disciplina solo risarcitoria prevista per il contratto a tutele crescenti, si applica anche nel caso di violazione dei criteri di scelta e delle procedure relativi ai licenziamenti collettivi. È evidente che si tratta di un pericoloso attacco all’impianto della Legge 223/91 sui licenziamenti collettivi ed alla possibilità di trattativa sindacale.

Modificato anche l’art. 13 dello Statuto dei Lavoratori che tutelava la professionalità dei lavoratori impedendo il demansionamento.

Pertanto la Cgil lancia la campagna per una Legge di iniziativa popolare che ripristini l’articolo 18 con reintegro in caso di licenziamento illegittimo coinvolgendo il maggior numero di lavoratori, giovani, precari, disoccupati.

Inoltre valuteremo se promuovere anche un  noi pensiamo che ci voglia una Legge universale sul Lavoro che riconosca a tutti i lavoratori gli stessi diritti, perché non è vero che per riconoscere la modernità si debbano cancellare i diritti.