IV domenica di Pasqua, commento al Salmo

La pietra scartata è divenuta angolare

Rendete grazie al Signore perché è buono, perché il suo amore è per sempre. È meglio rifugiarsi nel Signore che confidare nell’uomo. È meglio rifugiarsi nel Signore che confidare nei potenti. Ti rendo grazie, perché mi hai risposto, perché sei stato la mia salvezza. La pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra d’angolo. Questo è stato fatto dal Signore: una meraviglia ai nostri occhi. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Vi benediciamo dalla casa del Signore. Sei tu il mio Dio e ti rendo grazie, sei il mio Dio e ti esalto. Rendete grazie al Signore, perché è buono, perché il suo amore è per sempre.

Dal Salmo 117

Il tempo pasquale è tempo di gioia e gratitudine verso il Signore che mantiene le sue promesse di salvezza. Tutta la liturgia della Parola di questa domenica rivela il grande amore di Dio verso l’umanità. Nel racconto evangelico, è Gesù stesso che si rivela il buon pastore, colui che conosce le sue pecore una ad una e per ognuna di esse è disposto a dare la propria vita: la sua passione, morte e risurrezione, suggella con il sangue versato sulla croce la nuova alleanza tra Dio e l’uomo. Il salmo che ci accompagna nella preghiera, riprende alcuni versi del salmo 117 che già abbiamo vissuto in questo tempo pasquale. «Canto di gioia e di vittoria», lo definisce così Giovanni Paolo II, durante l’udienza generale del 5 Dicembre 2001, per poi addentrarsi nell’esegesi del canto biblico. Le stesse vibrazioni spirituali e la gioia di una fede sospinta verso Dio con tutto l’essere, accomuna il popolo eletto e il popolo cristiano che prega e ringrazia il Signore con le liriche di questo canto di ringraziamento; segno questo che in ogni tempo e in ogni epoca l’uomo ha sempre bisogno di rivolgersi al Creatore. Recita il salmo: «Ti rendo grazie, perché mi hai risposto, perché sei stato la mia salvezza». (Sal 117,21) e l’orante dopo aver rivissuto i pericoli e le insidie, le cadute e il rialzarsi negli avvenimenti della propria vita, è riconoscendo l’opera salvifica del Signore che non esita a acclamarlo e ringraziarlo di essergli stato vicino nel momento del pericolo. «Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Vi benediciamo dalla casa del Signore» (Sal 117,26) è da questo verso che nasce l’Osanna che accompagna Gesù, nel suo ingresso a Gerusalemme la Domenica delle Palme e che recitiamo nel Sanctus e sempre in queste righe c’è la benedizione impartita dai sacerdoti al popolo, nel tempio durante la liturgia per la festa delle capanne. È la stessa benedizione che riceviamo nell’assemblea domenicale, nella Santa Eucaristia, che ci rende un unico popolo, un unico gregge e il nostro pastore, Gesù, ci conosce e ci accompagna uno per uno verso la sua via: la via della pace e della salvezza.