IV Domenica di Avvento (Anno B), commento al salmo

Canterò per sempre l’amore del Signore

Canterò in eterno l’amore del Signore, di generazione in generazione farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà, perché ho detto: “È un amore edificato per sempre; nel cielo rendi stabile la tua fedeltà”. “Ho stretto un’alleanza con il mio eletto, ho giurato a Davide, mio servo. Stabilirò per sempre la tua discendenza, di generazione in generazione edificherò il tuo trono”. Egli mi invocherà: “Tu sei mio padre, mio Dio e roccia della mia salvezza”. Gli conserverò sempre il mio amore, la mia alleanza gli sarà fedele.

Dal Salmo 88

Si sta compiendo il tempo dell’attesa. Tra pochi giorni possiamo esultare per l’Incarnazione di Gesù, in quella notte unica di Natale in cui possiamo rivolgere le nostre anime trepidanti, con i nostri fardelli, le nostre gioie, i nostri progetti di vita, verso la venuta del Salvatore, promessa divina che diventa realtà. In questa quarta e ultima domenica di Avvento, la liturgia ci propone la figura di Maria, nel Vangelo che già abbiamo sentito proclamare e vissuto nella solennità dell’Immacolata e sempre con Maria, nel Magnificat, abbiamo pregato domenica scorsa. Maria, è per i cristiani la prima credente, è colei che per prima ha professato la fede con il suo “Sì” incondizionato alla proposta divina della maternità. Un “Sì” cosciente di quanto avrebbe vissuto come madre, sicuramente conoscitrice della Sacra Scrittura e delle profezie di Isaia, che annunciava quanto dovesse soffrire, per espiare i peccati dell’umanità e portare la salvezza, il Messia, il Dio che l’ha prescelta per essere tempio sublime della sua venuta; Maria ha detto comunque il suo “Sì”.

Il salmo che ci accompagna nella preghiera è uno dei più corposi del libro e nel preludio riconosciamo l’eterna alleanza del Signore con il suo popolo, la certezza e la riconoscenza verso la misericordia divina. Nel salmo il tema comune è il binomio “amore e fedeltà” o “grazia e fedeltà” e ambedue sono rivolte al Signore che mantiene, nonostante le infedeltà, l’amore verso il suo popolo: «Ho stretto un’alleanza con il mio eletto, ho giurato a Davide, mio servo» (Sal 88,4), ed ecco che nella preghiera troviamo presente la nostra storia, che si intreccia in quella secolare del popolo eletto, essendo noi cristiani fratelli in Cristo. L’alleanza del Signore è rivolta a tutti noi alla sequela di Gesù, anche se spesso dimentichiamo la nostra figliolanza divina, se spesso il frastuono del nostro tempo e le sirene del male, sempre in agguato, ci rendono indifferenti verso il messaggio di amore che continuamente echeggia nella nostra vita. Il ritornello «Canterò per sempre l’amore del Signore» che oggi ci propone la preghiera, è per tutti noi il messaggio di gioia, di fraternità e può sgorgare solo da un cuore libero dal peccato, riconoscente della presenza divina. Al termine di questo tempo di attesa, alla soglia della solennità del Natale, chiediamo al Signore il nostro rinnovamento, il rifiorire della nostra fede, rinvigorita dalla presenza di Gesù, fattosi uomo come noi, per la nostra salvezza.